L’ex presidente, intervistato dalla Gazzetta del Sud, si complimenta con i rossoblu per la grande stagione: “Fatta eccezione per Tutino, al Cosenza di Braglia è mancato solo un centravanti per raggiungere la Serie A. E il tecnico merita la riconferma”
Non sono poche le persone che paragonano la gestione Guarascio alla splendida era di Pagliuso. Numerosi talenti sfornati e regalati al grande calcio, entusiasmo della tifoseria alle stelle e soprattutto campionati di Serie B disputati a buoni livelli nell’epoca del “Presidentissimo” dal cuore rossoblu. Di contro l’oculatezza e la razionalità all’ordine della gestione Guarascio, patron che con eccellenti risultati sta comunque ricalcando la falsariga del vecchio presidente. E Pagliuso stesso ne riconosce i meriti ai microfoni della Gazzetta del Sud: “Se il Cosenza è riuscito a salvarsi in anticipo ai playoff nelle ultime giornate, un motivo ci sarà. Vuole dire che chi ha guidato la società, il ds e il tecnico hanno svolto il proprio dovere molto bene”.
Stagione memorabile in cadetteria per il Cosenza, che però fa registrare il record negativo di gol segnati: “Posso dirvi con certezza che se il Cosenza avesse avuto un bomber da 20 gol a campionato sarebbe stato tra le favorite per la promozione” dice l’ex patron del Cosenza 1914, che poi continua, “la difesa si è rivelata tra le più solide e la squadra ha giocato bene. Fatta eccezione per Tutino, al Cosenza di Braglia è mancato solo un centravanti per coronare il sogno Serie A“. In riva al Crati manca un bomber dai tempi di Negri e Zaniolo, Pagliuso è della stessa opinione: “Nessuno ha le caratteristiche dei giocatori che in passato hanno solcato il territorio bruzio. Con un giocatore della portata di Marulla, Margiotta, Zampagna o Lucarelli il Cosenza starebbe festeggiando la Serie A”.
In questa squadra c’è tanta grinta trasmessa dal mister Braglia, che merita a tutti i costi la riconferma: “Il patron Guarascio dovrebbe prolungargli il contratto, il mister ha dimostrato di saperci fare e può ancora essere molto utile alla causa”. Poi, sulla scelta degli attaccanti: “Su questo aspetto non sono d’accordo con Braglia. Lui preferisce gli attaccanti di movimento alla Tutino, io amo i centravanti che capitalizzano al meglio”.
Conclusione dedicata al capitolo Palmiero e Tutino: “Se il Napoli da quell’orecchio non ci vuole sentire, tanto vale andare alla ricerca di altri giovani in odore di ‘esplosione’. E l’unico modo per non gettare al vento quattrini, nel calcio di oggi. Anche io agivo così, non essendo un magnate. Il ds Trinchera sa il fatto suo e un altro paio di sorprese le regalerà, anche senza Palmiero e Tutino”.