L’ex attaccante nativo di Maracaibo, cresciuto calcisticamente a Pescara, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni: “Nella città bruzia feci il primo vero campionato da protagonista, vincendo il campionato e il titolo di capocannoniere. Una piazza calda e che ha fame di calcio, lì ho capito cosa è il calcio dei grandi”
Un passato da conquistador dei due mondi tra Italia e Sudamerica. Nato in Venezuela e arrivato nel Belpaese a quindici anni, Massimo Margiotta crescerà calcisticamente nelle serie minori con Cosenza, Lecce e Reggiana per poi diventare un piccolo eroe “europeo” tra le file di Perugia e Udinese. Gli importanti numeri collezionati dall’attaccante classe ’77 attirano le attenzioni di Richard Paez, commissario tecnico della Nazionale venezuelana, che gli farà disputare una Copa America e quattro partite di Qualificazioni mondiali.
Una storia incredibile, partita nel 1994 con l’esordio in Serie B agli ordini del Pescara: “Lì ho fatto il Settore Giovanile e ho raggiunto il sogno di esordire in Prima Squadra nel campionato di B. E’ una città in cui sono nato calcisticamente”. Poi, il decisivo passaggio a Cosenza: “Da lì partì tutto. A Pescara trovavo poco spazio, nella città bruzia feci il primo vero campionato da protagonista, vincendo il campionato e il titolo di capocannoniere. Lì ho capito cosa è il calcio dei grandi”.
Margiotta ricorda con piacere il pubblico rossoblu: “Una piazza calda e che ha fame di calcio. I tifosi mi volevano bene, ricordo che ci fu un periodo di un paio di mesi in cui non riuscivo a fare gol – afferma l’ex giocatore in esclusiva ai nostri microfoni – Ero giovane e non avevo un curriculum importante, ma loro mi hanno sempre sostenuto. Per me, quello è stato un fattore fondamentale”.
Infine, l’ex bomber ammette: “Spero un giorno di poter tornare per riassaporare qualche ricordo. Le cene coi compagni, le passeggiate, il posto in cui abitavo…. Un’esperienza bellissima”.