I calciatori del Pescara per denunciare l’accaduto erano scesi in campo a Benevento con le mascherine. A fine partita le dichiarazioni dell’allenatore il quale sottolinea la necessità di sospendere il campionato
La denuncia è di quelle forti, considerato che ben 13 calciatori del Pescara sono influenzati ma nessuno fa i tamponi. L’allenatore Nicola Legrottaglie nel dopo gara di Benevento ha motivato così la scelta della squadra di scendere in campo con le mascherine. “Abbiamo cercato di dare un segnale perché abbiamo detto di avere avuto tredici casi di influenza e non ci hanno fatto fare i tamponi”, ha spiegato il tecnico della squadra abruzzese, come ha riportato TgCom24. Lo stesso, che si dice chiaramente favorevole alla sospensione del campionato di Serie B, ha aggiunto: “Abbiamo cercato di dire: guardate che il problema c’è e forse si sta sottovalutando. Abbiamo fatto il minimo che potevamo fare, la priorità è quella della vita”.
In questo fine settimana si è giocato a porte chiuse, per evitare contatti con il pubblico. Ma nei fatti i calciatori, così come i tecnici e tutti gli addetti alla squadra, sono strettamente in contatto tra loro. “Se si fermasse il campionato – ha aggiunto Nicola Legrottaglie – per tre settimane, non si potrà più riprendere in modo normale. Se anche non ci fosse calcio per 3-4 mesi non succederebbe nulla, chi ama la vita sarà d’accordo. Anzi, avremo la possibilità di curarci e aiutare chi ha bisogno”.