Chiamato a testimoniare, l’ex capitano del Cosenza ha commentato una intercettazione ed esclude qualsiasi possibile combine
Nell’udienza numero 18 del Processo Bergamini i riflettori erano puntati su Renzo Castagnini, capitano del Cosenza Calcio negli anni 80. Nel corso dell’udienza in corte d’assise l’ex centrocampista ha dichiarato di avere un buon rapporto in campo con il centrocampista ma fuori dal campo non era avvezzo alla vita mondana.
Nel corso dell’udienza l’avvocato della Internò, Angelo Pugliese ha voluto puntare il dito su un presunto giro di scommesse. In aula, è stata citata una intercettazione tra Donata Bergamini e Gigi Simoni: “Se c’era di mezzo il calcioscommesse Castagnini doveva saperlo”. Per la difesa questo rappresenta un segnale evidente della possibilità che il capitano rossoblù fosse a conoscenza di presunte combine mentre il pm Primicerio e gli avvocati di parte civile, Fabio Anselmo e Alessandra Pisa, offrono una diversa interpretazione della frase. Castagnini sollecitato dalle domande dei legali ha smentito seccamente qualsiasi discorso legato al presunto sistema di scommesse.
Sono stati ascoltati anche Giuliana Tampieri, le sorelle Paola e Brunella Ricci e Stefano Benanti, ex calciatore della Primavera rossoblù. Il giovane è stato spesso aggregato in prima squadra. E a fine allenamento chiedeva spesso un passaggio ai compagni più grandi. Un giorno fu proprio Denis ad accompagnarlo a casa e durante il tragitto non gli rivolse neanche la parola. Qualche mese dopo la morte di Bergamini, Benanti ha raccontato aver incrociato Isabella Internò. Secondo il teste, l’ex fidanzata del numero 8 rossoblù avrebbe raccontato la sua versione dei fatti. Il viaggio in macchina, la confessione di Bergamini sulla volontà di andare in Grecia e di essere pronto a suicidarsi qualora la ragazza non l’avesse seguito. Poi Denis, sarebbe sceso dall’auto e Internò non l’avrebbe più visto fino al ritrovamento del corpo senza vita sotto il camion.
