Sono state ascoltate le testimonianze dell’ex segretario Tonino Covino del presidente Serra e dell’allora socio Paolo Fabiano Pagliuso
Nel corso dell’udienza numero 38 del processo per l’omicidio di Denis Bergamini in corso in Corte d’Assise sono stati ascoltati tre storici dirigenti del Cosenza Calcio. Gli ex presidenti Antonio Serra e Paolo Fabiano Pagliuso e l’ex segretario Tonino Covino.
Il primo ha parlato è stato proprio Covino che ha spiegato in maniera più approfondita le polizze assicurative da far scattare per la morte di Bergamini. “C’erano più assicurazioni una con la Lega e l’altra con la “Previdente Assicurazioni” che avrebbero coperto economicamente in caso di decesso. Nel caso di Bergamini, non ci venne liquidato nulla. Se non si fosse trattato di suicidio, il Cosenza avrebbe incassato un miliardo e 200 milioni, mentre la famiglia del calciatore avrebbe preso 250 milioni di vecchie lire”.
Subito dopo è toccato all’ex presidente Serra: “Denis non aveva mai dato segnali che ci spingessero a pensare a un gesto estremo. Era un ragazzo serio, uno dei più professionali che il Cosenza abbia mai avuto. Roberto Ranzani che lo conosceva meglio di me, ha sempre pensato la stessa cosa.” L’ex massimo dirigente ha poi aggiunto: “Inizialmente ipotizzai un incidente al termine di un litigio con la fidanzata, tant’è che prendemmo un avvocato, Manfredi, per seguire il caso. L’obiettivo era quello di avere un risarcimento insieme alla famiglia per la morte del ragazzo. Ma le sentenze che confermarono la teoria del suicidio bloccarono ogni cosa. Il risarcimento, infatti, sarebbe stato possibile in tutti i casi, tranne proprio per quello di suicidio. Dopo l’inizio di questo processo ho totalmente cambiato idea: io ho sempre creduto nella scienza e la scienza dice che Bergamini è stato ucciso“.
In fine è toccato a Paolo Fabiano Pagliuso, che ha ricordato: “Ranzani e Ferroni mi avevano riferito che Bergamini era fidanzato con una ragazza delle sue parti e Ferroni aveva anche sottolineato che stava per sposarsi”. Assente giustificato Bonaventura Lamacchia. Si torna in aula il prossimo 23 Marzo e verrà ascoltata la sorella di Denis Donata.
