Il presidente della Liga non è d’accordo sulla decisione del governo francese di vietare lo sport fino a settembre. E lancia tutte le sue preoccupazioni
“Non capisco perché giocare a porte chiuse, con tutte le precauzioni, dovrebbe essere più pericoloso che lavorare in fabbrica o essere su una barca da pesca in mare aperto. Se un settore economico importante non può ripartire in sicurezza, rischia di scomparire, ed è quello che potrebbe capitare al calcio”. Parole che hanno il sapore di un vero e proprio grido d’allarme. Sono di Javier Tebas, presidente della Liga, sul ritorno in campo e sulla decisione del governo francese di vietare lo sport fino a settembre.
Il numero uno del calcio spagnolo non si nasconde dietro al classico dito e, nonostante l’emergenza Coronavirus, spinge affinché si torni a giocare. “In altri Paesi – ha sottolineato Tebas – le squadre si stanno già allenando, è quello il modello da seguire. In Spagna il calcio è un volano importante per l’economia, che ha bisogno di essere riattivato come gli altri. Ed è su questo che dobbiamo concentrarsi, rispettando tutte le misure a tutela della salute”.