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Cosenza Nel Cuore, comunicato contro il Daspo ai tifosi rossoblu

L’Associazione Cosenza Nel Cuore Supporter Trust contesta le modalità adottate dalla Questura di Palermo in merito alla decisione di emettere il Daspo per 42 tifosi bruzi

“Daspo di gruppo, una follia giuridica contro le tifoserie”. Questo il titolo del duro comunicato dell’Associazione Cosenza Nel Cuore Supporter Trust, che contesta così in maniera assolutamente decisa la decisione della Questura di Palermo di emettere il Daspo per 42 tifosi rossoblu “per il solo motivo di aver trovato nel loro pullman materiale pericoloso, senza accertare di fatto le soggettive e personali responsabilità”. Di seguito il testo integrale:

L’associazione Cosenza Nel Cuore Supporter Trust, alla luce dei recenti provvedimenti restrittivi comminati ad un gruppo di tifosi rossoblù, contesta fermamente le modalità adottate dalla Questura di Palermo, frutto di “retaggio di trascorse, e non illuminate, epoche storiche e giuridiche”, che il nostro Paese combatte, ma, purtroppo, a quanto si nota, a fatica. Ritorna, cosi, ancora l’ideale avanzare del piratesco c.d. Daspo di gruppo, sanzione che mira di fatto a punire la tifoseria (o meglio, il gruppo di tifosi) e non il singolo per un eventuale reato da stadio. Ebbene, quel virgolettato proviene dalla nota sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 22266 del 3 febbraio 2016, che con grande vigoria dichiarava incostituzionale e illegittimo un rassomigliante modo di procedere della Questura di Catania. “Una legislazione compulsiva che segue logiche normative proprie. Anticostituzionale.” Cosi recitava, ribadendo ancora con chiarezza: “Va escluso pertanto che l’applicazione di una misura di prevenzione atipica, quale l’obbligo di comparizione in occasione di manifestazioni sportive, limitativa di primari beni di rilevanza costituzionale, possa essere fondata su una responsabilità collettiva, retaggio di trascorse, e non illuminate, epoche storiche e giuridiche”.
Sembra, dunque, pittoresco che davanti alle considerazioni dei supremi magistrati ROSI Elisabetta Presidente e i consiglieri DI STASI Antonella, GAI Emanuela, MENGONI Enrico, RICCARDI Giuseppe, ci possano essere ancora dei Questori e Tribunali, colti da autonome e improbabili logiche giuridiche, che, contrari all’art. 27 della Carta Costituzionale la quale recita imperativamente che la responsabilità penale è personale, possano comminare Daspo ad un intero gruppo di tifosi, per il solo motivo di aver trovato nel loro pullman materiale pericoloso, senza accertare di fatto le soggettive e personali responsabilità. 
Tutto questo è inaccettabile in un Stato di Diritto!
Pertanto, sensibilizziamo il Ministro dell’Interno e il Ministro della Giustizia, per porre fine ad una giustizia marcia senza diritti.
Cosenza, 08.02.2019

 

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