Dal comportamento di Tutino al gioco delle ali: questo Cosenza, per salvarsi, deve mantenere alta la concentrazione
Riflessioni, dopo una sconfitta amara è opportuno azionare lo spirito critico. Nella gara di Livorno, il Cosenza è sceso sul campo del “Picchi” in pantofole, con una buona volontà di costruzione rivestita, però, di una patina di apparente superiorità. Sì, perché il Livorno non è sembrato uno “squadrone” eppure ha avuto la possibilità più volte di rendersi pericoloso in avanti grazie alle leggerezze degli ospiti, fino al gol di Giannetti che in tutta libertà ha colpito di testa il pallone dell’1-0 amaranto.
Appare alquanto discutibile la scelta di D’Orazio al posto di Legittimo: una difesa senza capitan Corsi, sostituito dal neoarrivato Bittante, avrebbe giovato della granitica solidità del terzino sinistro classe ’89. Per non parlare dell’ingenuo e irresponsabile atteggiamento di Tutino: il fantasista del Napoli, nel commettere il gesto che gli è costato il rosso, ha innanzitutto dimostrato una fragilità emotiva tipica di un giovane calciatore come lui. In secondo piano, è chiaro come il classe ’96 non abbia minimamente tenuto in considerazione la coperta cortissima del Cosenza in avanti: infatti, il quadro attuale descrive un attacco che sarà certamente privo di Tutino – per almeno due giornate – e molto probabilmente di Maniero e Litteri, entrambi non ancora al meglio della condizione. La speranza è, già dalla prossima giornata, che Embalo e Baez si dimostrino più pronti e affidabili, unitamente al desiderio di rivedere in campo Garritano, il cui ruolo naturale è quello di esterno alto nel tridente offensivo.
Cremonese, Perugia e Carpi, un trittico di gare troppo importanti per i Lupi: da qui passa la salvezza, e non è certo con l’atteggiamento visto a Livorno che l’obiettivo diventa più semplice. Il primo scontro diretto è fallito, ma a livello di classifica, per fortuna, ben poco si è mosso grazie al contestuale pareggio del Foggia. Questo Cosenza deve giocare perennemente con il coltello tra i denti, senza superiorità ma con molta incoscienza.
