Il dramma che sta coinvolgendo tutto il mondo, viene vissuto dall’allenatore in una delle zone più colpite dal Covid-19. La salute dei familiari ha prevalso su tutto il resto
Chi ha avuto modo di conoscere Bepi Pillon in questa brevissima parentesi alla guida del Cosenza, è rimasto stregato dalla sua lealtà, dal suo essere una persona vera. Una persona per bene, giusto per dirla tutta. Che non è facile da trovare nel mondo del calcio, dove l’ipocrisia la fa da padrona. La decisione di interrompere il rapporto di lavoro con il club del presidente Guarascio, rappresenta una cartolina italiana del dramma Coronavirus che sta coinvolgendo tutto il mondo. E che Pillon sta vivendo in una delle zone più colpite dalla pandemia.
Hanno prevalso altri sentimenti sulla passione per il calcio e l’amore verso il suo lavoro. Certo, i risultati non hanno aiutato Pillon il quale ha preso in mano una squadra lasciata allo sbando dal suo predecessore. E non soltanto per una questione di numeri, anche se nel calcio contano più di ogni altra cosa. Ma anche in quel campo, la situazione era decisamente compromessa con la miseria di 20 punti in 23 partite. La scelta di Bepi Pillon è stata fatta con il cuore: dalla sua casa di Mogliano, in provincia di Treviso, ha scritto di suo pugno la dichiarazione poi diffusa dall’ufficio stampa del club. E in quelle parole emerge tutto il suo amore verso la famiglia.