L’allenatore che ha sfiorato la Serie A con i Lupi si è commosso per l’iniziativa del suo amico verso l’Italia alle prese con l’emergenza Coronavirus. “Una persona di grande spessore e generosità. Paese povero ma riconoscente con chi l’ha aiutato”
Edy Reja, 74 anni, è il ct dell’Albania. Ha preso il posto di Panucci e a La Gazzetta dello Sport ha raccontato com’è nata questa idea. “Un anno fa mi chiama e mi dice: Dai, cosa fai a casa? Vieni a darci una mano”. In quel giorno del mese di marzo 2019 l’ex allenatore del Cosenza ha capito che non era ancora il tempo per andare in pensione e che non poteva dire di no al suo amico, Edi Rama.
Già, Edi Rama. Lui è il premier dell’Albania che in questi giorni di emergenza legata alla pandemia da Coronavirus ha emozionato l’Italia intera. E non soltanto per avere portato nel nostro Paese 30 operatori sanitari in aiuto nelle corsie ospedaliere. Ma memoria e gratitudine hanno fatto la differenza. “Non ho mai dimenticato quello che ha fatto l’Italia per il nostro popolo”. Ed è arrivato il momento di ricambiare.
Reja e Rama sono amici, ha ricordato l’allenatore che sfiorò la Serie A alla guida del Cosenza: 14 giugno 1992 a Lecce. Amici, dicevamo. “Ci conoscevamo da tempo – ha detto Reja a La Gazzetta dello Sport -, da quando lui era sindaco di Tirana e io allenatore della Lazio: veniva a Roma a vedere la Juve, la sua squadra”.
E il gesto di Rama lo ha commosso, come conferma alla rosea dalla sua casa di Gorizia. “Ma non mi ha sorpreso, è una persona di grande spessore e generosità, che parla un italiano perfetto e questo gli ha permesso di dire parole importanti. È vero, l’Albania – ha concluso l’ex rossoblu – non è una nazione ricca, ma ha un cuore infinito, sa essere riconoscente con chi l’ha aiutata”.