L’ex Commissario tecnico della Nazionale e attuale allenatore della Salernitana intervistato da Nicola Binda su La Gazzetta dello Sport. “Solo i medici potranno dirci quando giocare. Lotito? Ripeto: prima serve un protocollo chiaro e certificato”
Non usa giri di parole Gian Piero Ventura, 72 anni compiuti lo scorso 14 gennaio. Va diritto al sodo e dice la sua verità sulle colonne de La Gazzetta dello Sport in una lunga intervista rilasciata al collega Nicola Binda. Si parla, anche, di Coronavirus e conseguente stop al campionato ma soprattutto di futuro. “Leggo date buttate lì, tante chiacchiere. È difficile parlare di calcio davanti a tanti morti. Solo i medici potranno dirci quando giocare”.
Sono tanti i dubbi, gli interrogativi dell’ex Commissario tecnico della nazionale italiana di calcio nonché attuale allenatore della Salernitana in Serie B. “Senza quarantena si dovrà convivere con il virus: come si farà? Serve un protocollo chiaro, se ci fosse un positivo in una squadra cosa succede? Si ferma ancora i l campionato? Una buffonata”.
Claudio Lotito, presidente della Lazio ma anche proprietario della Salernitana spinge affinché si torni a giocare. Soprattutto la Serie A, visto che la sua squadra è in lotta per vincere lo scudetto. In B, invece, i campani sono in zona playoff. Ma anche in questo caso, chiede Binda, Lotito preme per ripartire? “Sì, lo sento, come sento Mezzaroma e Fabiani. Ma ripeto – ha aggiunto Ventura -: prima serve un protocollo medico chiaro e certificato. Bisogna ricreare le condizioni di prima, con la voglia delle società e l’entusiasmo della gente, cosa che qui non manca”.