L’incontro tra Federcalcio e Comitato tecnico scientifico per discutere del protocollo sanitario si è concluso con l’autorizzazione a far ripartire gli allenamenti collettivi dal 18 maggio. Ma a leggere bene…
Una notizia vista, da tanti, come il primo passo verso il ritorno in campo. Positiva, ovviamente. Ma spulciando con attenzione il comunicato, la ripresa appare sempre più complicata.
La responsabilità del ritiro ricadrà sulle spalle dei medici dei club, una situazione molto difficile nel campionato di Serie B. Altro punto interrogativo riguarda i tamponi che “non devono minimamente impattare sul reagentario da dedicarsi ai bisogni del Paese”. E da ultimo, ma non poco importante, in caso di nuova positività di un solo membro della squadra, tutti dovranno andare in isolamento per ben quattordici giorni. In parole povere un solo positivo dopo la ripresa degli allenamenti in gruppo potrebbe far saltare tutti i programmi.
Il Governo dopo aver dato il via agli allenamenti collettivi si dovrà pronunciare nei prossimi giorni sulla data di inizio del campionato solamente dopo aver valutato la curva dei contagi e verificato che il protocollo segue le richieste del CTS. Un protocollo che, a dirla tutta, per le squadre del campionato cadetto appare irrealizzabile.