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Cosenza, quella voglia di 3-4-3 che porta Occhiuzzi sulle tracce di Zaccheroni

Il giovane tecnico di Cetraro pensa al modulo che in Italia lanciò proprio l’ex tecnico rossoblu, grazie al quale portò l’Udinese in Europa e il Milan alla vittoria dello scudetto

Il Cosenza di Roberto Occhiuzzi giocherà con la difesa a tre. Una formula tattica lanciata in Italia da Alberto Zaccheroni. Il tecnico romagnolo, che da Cosenza iniziò la sua avventura nel grande calcio, lo portò successivamente sulle panchine di Udinese, Milan, Inter e Juventus fino alla vittoria della Coppa d’Asia con la nazionale giapponese.

Dopo la tripla promozione consecutiva dall’Interregionale all’ex Serie C1 (record eguagliato poi dall’altro ex, Bepi Pillon), Zac conquistò una salvezza epica in B con il Cosenza penalizzato di 9 punti, grazie alle rete di Marco Negri.

In una vecchia intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il tecnico romagnolo spiegò la nascita del modulo con cui portò l’Udinese in Europa prima e la vittoria dello scudetto del centenario con il Milan. Dopo aver studiato Cruijff e Zeman, arrivò la svolta di Zaccheroni. “Non condividevo la mediana a tre, che poi costringeva a un inevitabile 4-5-1. Il mio obiettivo – raccontò il tecnico alla rosea – era tenerne tre davanti, che non dovessero ripiegare tutte le volte. Allora mi misi a lavorarci su. Prima con carta e penna, poi sul campo. Così, dopo aver sperimentato la mediana a quattro, mi dedicai al modo in cui far giocare i tre dietro. Diciamo che fu una conseguenza, un domino. L’obiettivo primario era evitare che le punte disperdessero troppe energie”.

Una meccanismo perfetto, quella plasmato da Zaccheroni in Friuli. Infatti nella stagione 1997-98 chiuse alle spalle della Juventus di Del Piero e l’Inter di Ronaldo. Un 11 sapientemente disegnato, dalla porta all’attacco. Turci tra i pali; linea difensiva a tre con Pierini (papà di Nicholas, attaccante del Cosenza, ndr), Bertotto e Calori. Sugli esterni Helveg e Bachini avevano il compito di difendere – a turno, scivolando verso la difesa per una linea a 4 in fase di non possesso – e soprattutto di ripartire per sfornare assist a volontà al tridente offensivo. In mezzo al campo Walem in cabina di regia con Giannichedda a recuperare palloni. Poggi e Amoroso alle spalle di Bierhoff, il quale vinse la classifica cannonieri davanti a Ronaldo.

Il calcio negli anni si è evoluto. Così come il 3-4-3 che ha trovato in Giampiero Gasperini e Ivan Juric due allenatori capaci di passare, spesso a partita in corso, al 3-4-2-1. Ma i concetti base restano gli stessi:  la costruzione dal basso, l’occupazione simmetrica e ordinata degli spazi offensivi tra le linee e in ampiezza. E ancora: il fraseggio più rapido possibile per trovare il compagno libero nella zona più conveniente, l’utilizzo del terzo uomo per la progressione, le rotazioni posizionali e il pressing alto.

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