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Cosenza, la continuità base di partenza per migliorare il processo di crescita

Occhiuzzi imbattuto da nove partite: la squadra ha una sua identità, ha dimostrato solidità e capacità di reagire alle difficoltà. Gli attaccanti vanno messi nelle condizioni di avere più opportunità nell’area di rigore

Tre giornate di campionato sono poche per dare un giudizio sulla squadra e sul lavoro di Occhiuzzi. Anche perché, com’è nella tradizione del Cosenza, l’organico è stato completato soltanto sui titoli di coda del calcio mercato. La sosta per la nazionale ha aiutato un po’ ma è decisamente troppo presto per capire il ruolo che potrà recitare la formazione rossoblu. Tranne Falcone (da applausi), Ingrosso (troppe indecisioni) e Sacko (un giovane tutto da scoprire), gli altri nuovi si stanno inserendo soltanto da poco. Sabato nella partita con il Cittadella sono stati lanciati Petrucci (esordio positivo) e Petre (da rivedere), a gara in corso Bouah (prospettive molto interessanti) e nel finale si è visto Ba (troppo poco in campo). Secondo spezzone di partita per Gliozzi (piccolo passo in avanti rispetto al primo assaggio con l’Entella). In attesa di vedere all’opera Vera.

Il Cosenza si trova ancora in quel lembo che viene racchiuso nella classica frase “lavori in corso”. Ma con una buona base di partenza, si può aggiungere. Intanto la continuità di risultati: tre pareggi che aggiunti alle cinque vittorie di fila nel corso del campionato scorso, quello del post lockdown, portano la squadra di Occhiuzzi a una serie positiva che dura da otto partite. Nove con quella di Coppa Italia contro l’Alessandria. L’idea di gioco c’è, la squadra ha una sua identità. E questo è un altro aspetto che lascia ben sperare per il futuro. Così come la solidità, nonostante qualche errore individuale. Una squadra che non si arrende facilmente, capace di reagire alle difficoltà vedi la partita con la Spal e quei dieci minuti con il Cittadella dopo avere subito il gol di Rosafio.

Occhiuzzi lavora molto sull’equilibrio di squadra. Non è un difensivista ma nemmeno un allenatore che sbilancia eccessivamente la squadra in avanti. Anzi, agli attaccanti viene chiesto un sacrificio notevole. Ecco perché il giudizio su Petre (e Gliozzi) rimane in sospeso: il rumeno e l’ex Monza hanno corso tanto, hanno giocato per la squadra. Spesso larghi a prendere palla per poi accentrarsi. Se c’è qualcosa in cui bisogna migliorare è proprio il fatto di mettere gli attaccanti nelle condizioni di avere più opportunità nell’area di rigore. Adesso comincia il primo tour de force con cinque partite, inclusa quella di Coppa Italia con il Monopoli, fino al 7 novembre. Sarà l’occasione per migliorare il processo di crescita.

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