Il presidente dovrebbe analizzare l’amara retrocessione in Serie C e annunciare con chiarezza quali sono le intenzioni per il futuro

Ha preferito non parlare a caldo anche se la tentazione c’è stata. Una notte per riflettere e rendere nota la sua analisi dopo l’amara retrocessione in Serie C. L’azzardo con cui sono stati gestiti i tre campionati di Serie B non hanno pagato. Evidentemente senza un progetto chiaro di strada se ne fa poca. Eugenio Guarascio, sempre più inviso a un’ampia fetta di tifoseria, dovrà dire con chiarezza quali sono le intenzioni per il futuro. E non c’è Covid che tenga, i tempi del calcio vanno comunque rispettati.

Analisi di una stagione nata malissimo (vedi pre campionato con più componenti dello staff che calciatori) e finita peggio. La gestione fallimentare del rapporto già lacerato in una calda sera d’estate con il direttore sportivo Stefano Trinchera, il quale mentre sul campo di Lignano Sabbiadoro si stava consumando il dramma, sportivo, della retrocessione lui, inchiodato dalle telecamere di Dazn, se ne stava tranquillo seduto in panchina a smanettare con il cellulare.

E il futuro. Quello che più interessa al popolo rossoblù. Cosa intenderà fare la proprietà del Cosenza calcio? Passare la mano? Aprire a nuovi imprenditori ma non come semplici supporti economici tramite sontuose sponsorizzazioni. Oppure si andrà avanti per l’undicesima stagione calcistica, che ricomincerà dalla Lega Pro. In giornata se ne dovrebbe sapere di più. C’è attesa per le parole di Guarascio. Sempre ché non propenda per qualche altro giorno di riflessione…