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IL RICORDO – Ciao Gianni, ci siamo voluti bene per davvero…

Di Marzio era una persona speciale che ha legato il suo nome alla storia del Cosenza, prima da allenatore poi da dirigente

Da tifoso mi hai regalato una gioia incancellabile. C’ero anche io quel 5 giugno 1988 sui gradoni dello stadio San Vito. Tribuna B, assieme a un tuo grande estimatore nonché grande tifoso del Napoli: venni con Armando Rizzo, che non era l’ex calciatore, ma un carissimo amico con il quale tante domeniche abbiamo trascorso assieme allo stadio. Lui ti ha preceduto e sono certo che se dovesse incontrarti, sarà felicissimo perché ti chiederà di Diego. E chi lo ha mai dimenticato quel giorno “Mai più prigionieri di un sogno”: ci hai regalato la Serie B attesa un quarto di secolo.

Da giornalista ho cominciato una bella e tosta palestra con te direttore generale del Cosenza. Era l’anno 1995, un alto ricordo indelebile. Ne parlavamo sempre, ogni volta che ci incontravamo. Io, grazie al mio maestro Santi Trimboli, cominciavo a frequentare la redazione di un giornale. O meglio: un angusto magazzino in Via della Pace a Castrolibero, in cui proliferava una grande passione per il giornalismo. Un’altra palestra di altissimo livello: il Quotidiano di Cosenza e provincia, che vedeva la luce il 13 giugno di quell’anno.

Ricordo le mie prime, timorose, telefonate per chiedere notizie sul calciomercato. L’impatto non fu dei migliori: il 22 agosto del 1995 litigammo di brutto al telefono. La sera prima ti avevo chiesto conferma su una indiscrezione e tu hai negato tutto. Il giorno dopo me la ritrovo su un altro giornale, La Gazzetta del Sud. Ricordo le urla in redazione, più o meno verso mezzogiorno.

Io giornalista alle prime armi ovviamente non potevo “competere” con i mostri sacri dell’epoca. Nella notte del giorno successivo, il 23 agosto, è nato il mio primo figlio. Alle prime luci dell’alba nella stanza dell’ospedale dell’Annunziata arriva un mazzo di fiori che le infermiere furono costrette e tenere fuori, perché troppo ingombrante. Ricordo la telefonata per ringraziarti del pensiero e quel tuo modo spettacolare, unico, in un certo senso molto “teatrale” per cancellare qualsiasi screzio. Maestro di vita.

Ma la svolta nel nostro rapporto è arrivata poco dopo. Il mio secondo “scoop”: ero stato l’unico a intervistare Marco Negri, che a fine stagione lasciò il Cosenza. E fui il primo a pubblicare il nome di Bortolo Mutti quale nuovo allenatore dei Lupi al posto dell’esonerato Fausto Silipo, dopo quattro giornate di campionato. Quella volta, nonostante le polemiche, anche forti, di quei giorni, sei stato tu a chiamarmi: “Ragazzaccio, complimenti. Sei stato bravo. Soltanto un’altra persona era al corrente dell’accordo, immagino sia stato lui la tua fonte. Ci vediamo presto”. Immenso, Gianni.

Ecco: da quel giorno è stato un crescendo di immenso rispetto reciproco. Poi con il passare degli anni è nata un’amicizia vera, sincera. Ci eravamo sentiti pochi giorni fa, in occasione del tuo compleanno. L’82°. E custodisco gelosamente il tuo affettuoso messaggio. Ci siamo voluti bene per davvero. La nostra è stata un’amicizia sincera. Buon viaggio grande Gianni.

(La foto in testa a questo ricordo è del mio amico Mario Tosti, risale al 14 dicembre 2013. Eravamo a Rende, al Metropolis)

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