Il calcio italiano rischia un nuovo terremoto. I veronesi potrebbero chiedere i danni alla Figc per i giocatori svincolati d’ufficio
Clamoroso colpo di coda relativo al caso Chievo Verona. Così come riportato da telenuovo.it, il Consiglio di Stato ha sospeso infatti la recente sentenza del Tar che aveva ribadito l’esclusione della società dal campionato di Serie B confermando quanto già era stato stabilito in precedenza dagli altri organi preposti.
Entro il 17 giugno, riportano i colleghi, era attesa la dichiarazione d’insolvenza della società che avrebbe praticamente chiuso il discorso, ma, l’ultimo appello in extremis, proprio al Consiglio di Stato, ha fermato tutto. In sostanza il Chievo può presentare un piano concordatario per sistemare la propria posizione debitoria.
Nel corso di una conferenza stampa del patron clivense Campedelli e dell’avvocato del club De Bosio, hanno raccontato gli ultimi sviluppi della questione: “Non si tratta di problemi relativi alla situazione economica, non c’entra nulla, l’esclusione è da affidare a delle rateizzazioni. Il Chievo è stato discriminato nella legge tributaria: non ha pagato le rateazioni pre-esattoriali sospese dall’8 marzo 2020 e secondo questo ragionamento avrebbe dovuto pagare tutto il debito subito, che normalmente era prima spalmato su un lungo periodo. E senza nemmeno sapere effettivamente l’ammontare del debito perché senza cartella esattoriale – la cui emissione era vietata fino al 31 agosto 2021 per Covid – nonostante le varie richieste della società. Per un anno e mezzo il Chievo si è trovato impossibilitato a fare un piano di rientro mentre le altre società, che avevano già ricevuto la cartella esattoriale prima dell’8 marzo, non hanno pagato nulla“.