L’ex campione del mondo è stato intervistato dal Daily Mail: “La statura di Thierry può fare la differenza. I calciatori si emozionano già a sentire parlare, figuriamoci ad averlo a bordo campo”
Tre partite e un assist, sul Lago di Como Cesc Fabregas è pronto a regalare gli ultimi colpi di classe di una carriera ricca di successi. Il Daily Mail ha deciso d’intervistarlo nella settimana che porta alla sfida contro il Cosenza aprendo le porte ad una carriera d’allenatore dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.
Queste le parole del centrocampista spagnolo: “Nello spogliatoio sono uno a cui è sempre piaciuto parlare. Non mi sono mai sottratto a dare la mia onesta opinione, a discutere coi calciatori, con gli allenatori, sempre in modo costruttivo. Wenger, ad esempio, è sempre stato molto aperto al dialogo col gruppo. Amava fare domande. Chiedeva “cosa ne pensi?”. Ti metteva sempre alla prova mentalmente. Oggi gli allenatori non sono così. Oggi dicono: “Sono io, fai quello che chiedo e basta”. E non hai voce in capitolo. È un modo per proteggersi, per non dover dare spiegazioni a nessuno. Loro prendono le decisioni. A chi piace piace, altrimenti sei fuori. È la direzione dei tecnici moderni. Io sono cresciuto in tutt’altro ambiente, con Wenger Del Bosque. Così ero e così sarò. Sempre con rispetto, dirò sempre come la penso”.
A Como è arrivato nel ruolo di dirigente anche il suo ex compagno di squadra ai tempi dell’Arsenal Thierry Henry : “È importante per il club. Quando sono arrivato qui ho capito che volevano fare qualcosa di speciale. Che volevano portare alcuni nomi importanti nel club, per farlo crescere davvero. La statura di Henry può fare la differenza. I calciatori si emozionano già a sentirne parlare, figuriamoci averlo a bordo campo. Ti viene voglia di dare ancora di più».