Ex Cosenza, la nuova vita di Ettore Mendicino

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, l'ex attaccante rossoblu ha deciso di dar voce agli sportivi rimasti "Fuori dal podio"

Ettore Mendicino ha legato indissolubilmente il suo nome al Cosenza Calcio dopo le rete al Granillo di Reggio Calabria. Nato a Milano, padre calabrese di Pallagorio cresciuto nelle giovanili della Lazio. Due scorci di stagione 9 reti in maglia rossoblu e il saluto nell’anno della promozione in Serie B.

Adesso una nuova vita imprenditore, studente e un nuovo progetto: “Ho detto basta con il calcio, ora sto mettendo le basi per il mio futuro”, racconta nell’intervista concessa a LaCasadiC.com.

“Con il calcio ho smesso, ho capito che con i miei nuovi impegni lavorativi non ce la facevo più” – prosegue l’ex rossoblu-  “Dopo il Covid sono rimasto senza squadra. Andai a giocare quasi gratis, ma non mi divertivo più. L’età avanzava, i problemi fisici anche e io mi stavo disinnamorando di questo mestiere. Sono andato in Serie D, a Ravenna Sfiorammo la promozione, mi aspettavo per ciò che avevo dato per la maglia un progetto che mi facesse tornare l’entusiasmo, che non è arrivato. Non avevo più ambizioni vere e proprie“.

Dopo il Ravenna una breve parentesi con la squadra universitaria dell’università Luiss: “Qui mi hanno permesso di curare la mia formazione accademica e giocare. Quest’anno ho deciso di distaccarmi definitivamente dal campo e sto continuando la mia seconda vita. Sto mettendo le basi per il mio futuro. Entrando in quest’ateneo ho scoperto ragazzi stanno avendo la possibilità di reinventarsi”.

E poi la nascità del suo podcast “Fuori dal Podio”, che ospita settimanalmente sportivi che si sono reinventati: “È un progetto nato per gioco. Vivendo a Roma ho incontrato molti miei ex compagni che mi hanno raccontato le loro storie. Conosco molti ragazzi di B e C che sono infelici, prigionieri dei loro sogni. Anche io a 28 anni ero frustrato per questo. Mi sono gettato in un nuovo mondo, tante persone non lo capiscono. E quindi ho deciso di parlarne in pubblico. Ma non vale solo per il calcio. L’obiettivo è quello di dare voce di chi è meno in vista. Lanciare dei messaggi per i ragazzi che sono in difficoltà. Molto spesso ci serve ascoltare storie di chi ce l’ha fatta”.

Ettore, con il suo progetto, mira anche a sensibilizzare le società: I calciatori sono esseri umani. Il nostro obiettivo? Salvare carriere. Sto raccogliendo moltissime testimonianze. I messaggi che vogliamo mandare sono anche per i genitori. Ci sono ragazzi che investono tutta la loro vita per il calcio, poi si ritrovano senza squadra. Cosa devono fare allora? Non era scritto da nessuna parte che quello era il loro sogno, magari ne hanno altri e devono solo scoprirli”.

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