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Cosenza, senti Negri: “Che bello, stai tornando ai livelli di un tempo”

I Lupi giocheranno a Livorno dopo oltre 16 anni: l’ultima volta l’ex bomber regalò il successo ai toscani firmando una tripletta. “Seguo in tv le partite: il Marulla dovrà diventare un incubo per gli avversari e sarà salvezza. Ma se vinciamo due, tre partite di fila… Mi piacerebbe rivivere la gioia della finale playoff della scorsa estate a Pescara”

 

Era il 15 dicembre 2002. Da allora il Cosenza non ha più giocato a Livorno, una sfida che all’Armando Picchi torna dopo 16 anni e circa due mesi. Alla fine di quel campionato per il club rossoblu arrivò la radiazione e per riprendersi la Serie B si è dovuto attendere 15 anni. Domenica pomeriggio, fischio d’inizio alle ore 15, andrà in scena un attesissimo scontro diretto per la salvezza. A giocare quella partita del 2002 c’era Marco Negri, indimenticato bomber dei Lupi che proprio in Toscana disputò la sua ultima stagione da professionista. Finì 4-2 per il Livorno, allenato da un giovanissimo Roberto Donadoni, con l’attaccante che firmò tre gol. “Fu la mia prima e unica tripletta in Serie B”, ricorda Negri. “Ero rientrato in Italia da un po’ dopo la parentesi con i Rangers. Mi davano tutti per finito, invece il Livorno mi diede fiducia, motivo per il quale sono sempre stato grato a Donadoni e a quella società”.

 

Negri prova a tornare indietro nel tempo anche se i ricordi si concentrano su altri aspetti, nonostante quella contro la sua ex squadra fu la sua prima da titolare con la maglia del Livorno. “Non ricordo benissimo quella partita. Di certo penso ancora alla grande voglia di giocare che avevo in quel periodo. Mi ero allenato da solo e stavo anche bene fisicamente. La partita successiva segnai una doppietta contro il Bari. Alla fine giocai 19 partite e segnai 8 gol: una bella rivincita nei confronti di chi si era dimenticato di me. Di chi diceva che fossi un calciatore finito. Il Livorno, da neopromossa, si salvò grazie anche a Igor Protti capocannoniere di quella squadra. Ricordo che sulla panchina del Cosenza c’era Mondonico”.

 

Se nei confronti del Livorno rimane la giusta riconoscenza per l’opportunità che gli è stata data a fine carriera, quando parla del Cosenza gli si apre il cuore. E Marco Negri non lo nasconde affatto. “Il Cosenza mi ha lanciato nel grande calcio. Al Cosenza sono diventato un bomber. Quando segni 6 o 7 gol rimani un attaccante. Ma quando tocchi quota 19, diventi un bomber. E grazie a quella stagione poi è cambiata la mia vita da calciatore”. Anche perché l’ex attaccante dei Lupi ha tanti ricordi che lo legano alla città dei bruzi. “Intanto il gruppo: spettacolare. Gente come Marulla, De Rosa, Napolitano, Zunico, De Paola, Buonocore, Palmieri… Semplicemente fantastico. E poi il pubblico: giocavamo in B ma sugli spalti lo spettacolo era da Serie A. Cosenza e il Cosenza sono rimaste e saranno sempre nel mio cuore”.

 

E il Cosenza, Marco, continua a seguirlo. “Guardo spesso le partite in tv. Sento che sta tornando a essere un posto dove ogni giovane sogna di andare a giocare, perché Cosenza è un ottimo trampolino di lancio. Le difficoltà tipiche di una neopromossa, le ha superate bene anche quando sembrava che potesse precipitare tutto. E quando succedono queste cose, il gruppo diventa granitico. Più forte. Ci sono delle ottime basi per fare bene. È stato fatto un ottimo mercato e i valori cominciano a emergere. Adesso bisogna soltanto consolidare un po’, sfruttare il fattore campo: giocare a Cosenza dovrà tornare a essere un incubo per gli avversari. La salvezza si costruisce con le partite in casa. E poi la Serie B è da sempre un campionato molto equilibrato e se riusciamo a infilare due, tre vittorie di fila… Per scaramanzia non voglio aggiungere altro. Mi piacerebbe un sacco rivivere la gioia della finale playoff di Pescara”.

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