Negli anni ’90 i rapporti tra i due club portarono in rossoblu alcuni degli attaccanti più forti della storia cosentina
Tra le tante storie che circolano nel mondo del calcio, si narra che negli anni ‘90, molte delle telefonate di mercato tra Tanzi e Ferlaino iniziassero con una frase “Hai bisogno di soldi e giocatori? E che problema c’è”, e così, in un attimo, quando una società aveva bisogno di sistemare i conti, ecco che uno andava a soccorrere l’altro. Furono tanti gli affari tra Parma e Napoli che portarono gente come Zola, Crippa e i fratelli Cannavaro a vestire le casacche azzurre e gialloblu.
La stessa cosa avvenne tra Luciano Gaucci, padre padrone di un Perugia che faceva soffrire le grandi, e Paolo Fabiano Pagliuso, patron di un Cosenza che tra mille difficoltà andava a pescare i migliori giovani del calcio italiano per farli crescere e rivenderli a cifre importanti.
Nell’estate del 1995, Cosenza e Perugia discutevano da mesi senza trovare l’accordo per il trasferimento in Umbria di Marco Negri. Conguaglio e contropartita tecnica: quattro miliardi più le comproprietà di Gioacchini, e Lucarelli, capaci di portare la Primavera dei grifoni ad un passo dallo scudetto di categoria.
Nell’autobiografia dell’ex bomber del Livorno si racconta come, prima che la trattativa che la trattativa andasse in porto, Lucarelli venne minacciato di dover lucidare la statua di Tony Bin (il cavallo più vincente della scuderia di Gaucci) che ancora oggi capeggia all’ingresso della villa di Gaucci a Torre Alfina.
A fine anno il Perugia andò in Serie A, Negri fece 18 gol, Lucarelli 15: ciò significa Cosenza salvo e convocazione per le Olimpiadi di Atlanta.
Qualche anno dopo, altro affare sull’asse Umbria-Calabria: a Perugia va Tatti, che dopo 142 presenze e 36 reti tra B e C in rossoblu trovò la prima ed unica rete in Serie A contro il Bari con la maglia dei grifoni. Questa volta però andò meglio al Cosenza. In rossoblu , infatti, arrivò Riccardo Zampagna, che dopo la rete pesantissima contro la Salernitana mise a segno altri nove gol in 29 partite.
Quello tra Tatti e Zampagna fu l’ultimo capitolo di una storia d’affari e d’amicizia tra i due club. Storia quasi sempre di buoni e anche grandi affari.