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Gioacchini: “Cosenza e Perugia due ambienti simili, sarà scontro alla pari”

L’ex attaccante di Cosenza e Perugia parla in esclusiva ai nostri microfoni: “Sono cresciuto a Perugia, ma a Cosenza ho trovato una famiglia”

“I have got some time now”. Inizia così l’intervista a Stefano Gioacchini, ex attaccante, tra le altre, di Cosenza e Perugia, squadre che si sfideranno sabato alle ore 15. Attualmente, Gioacchini lavora per il Manchester City ed è manager presso “The Hut Group”multinazionale che tra numerosi brand annovera anche “My Protein”.

Un’esperienza di vita a Manchester tutta nuova, ma con l’occhio sempre rivolto al suo passato di calciatore. Perugia, città bellissima che ha segnato un inizio di carriera altisonante: “Lì ero uno dei giocatori più in vista, crescevo nelle giovanili biancorosse sotto la supervisione del ds Sabatini e del Presidente Gaucci. Siamo stati la prima squadra di Serie C ad arrivare alla finale del torneo di Viareggio, poi Gaucci ritirò la squadra per un intoppo burocratico”.

Ed ecco, nel ’95, il trasferimento a Cosenza all’interno dell’affaire Negri: “Cosenza fu la mia prima volta fuori casa, dato che a Perugia vivevo con la mia famiglia. Avevo 18 anni, era un’esperienza pazzesca. Nella città bruzia ho trovato una famiglia, gente che mi stava vicino in ogni occasione. Anche quando feci quel terribile incidente stradale i tifosi mi dimostrarono il loro supporto, era un ambiente perfetto. Mi affezionai talmente tanto al popolo di Cosenza che feci battezzare il mio figlio primogenito da Roberto Tuscolano (edicolante di Corso Mazzini, ndr)”.

Perugia e Cosenza, due piazze molto simili: “Entrambi gli ambienti danno la possibilità ai giovani di crescere con tranquillità e di arrivare pian piano in Prima Squadra”. E qui la testa va subito al panorama calcistico in Inghilterra: “A livello di settori giovanili e categorie minori, in Italia siamo ancora avanti. Stessa cosa dicasi per la crescita e la maturazione professionale. In Italia una squadra di Prima Categoria si allena quattro volte a settimana, qui in Inghilterra invece le squadre dilettantistiche si ritrovano per un’ora e mezzo durante la settimana e poi la domenica scendono in campo per la partita. La mentalità italiana, qui in Inghilterra, la si ritrova solo nei top club”.

Infine, uno sguardo allo scontro del “Renato Curi” che si terrà questo sabato: “Si giocherà a Perugia, dove i tifosi sono il dodicesimo uomo in campo. Prevedo uno scontro alla pari, anche perché dopo un mercato di riparazione è difficile trovare degli equilibri. A Cosenza hanno dato fiducia ad un allenatore come Braglia, il quale ha compiuto un autentico miracolo sportivo, e si è ricostruito il rapporto col Presidente. Il Cosenza è dei cosentini, non del Presidente, e proprio per questo in futuro Cosenza sarà una delle piazze più ambite per giocare a calcio. I tifosi rossoblu meritano di assaporare anche la Serie A. Sponda Perugia, Nesta è una buona scommessa e il ds Roberto Goretti, il quale giocò con me nella città umbra, sta lavorando molto bene da diversi anni con l’obiettivo di arrivare in Serie A. Entrambe le squadre faranno bene”.

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