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Guarascio: “Gestisco il Cosenza con etica e correttezza”

Il presidente rossoblu ha rilasciato una lunga intervista al terzo numero di B Magazine: “Nelle prime riunioni ci chiedevano di fare una buona squadra per la D, magari di puntare al professionismo. Ma la B non era certamente argomento di discussione…”

“Nel 2011 le istituzioni di Cosenza chiesero a un gruppo di dieci imprenditori di far rinascere il club che tante soddisfazioni aveva regalato ai tifosi fino ai primi Anni Duemila. Ben presto, però, Eugenio Guarascio, l’attuale presidente, rimase solo, ma questo non gli ha impedito di condurre la squadra all’ascesa in B”. Comincia così lo speciale di venti pagine sul Cosenza Calcio, contenuto all’interno del terzo numero di B Magazine. La compagine di mister Braglia è stata definita dalla Lega B la “squadra rivelazione” del torneo cadetto, un titolo che farà certamente piacere ai supporters rossoblu in considerazione del recente passato nei campionati dilettantistici.

La prima delle quattro interviste presenti sul giornale specializzato è rivolta al Presidente rossoblu Eugenio Guarascio, unico superstite dei dieci imprenditori che avevano preso in mano le sorti del Cosenza Calcio nella travagliata estate del 2011: “Sì, poco a poco sono rimasto solo, ma ho sempre pensato che fosse giusto alimentare quella che qui a Cosenza è qualcosa in più di una passione. Il calcio è molto sentito, basta girare per la città per capirlo” le parole del patron lametino, che poi svela un retroscena: “Nelle prime riunioni in comune non ci chiedevano nulla di particolare: di creare una base, di fare una buona squadra per la D, magari di puntare al professionismo. Ma la B non era certamente argomento di discussione. Sinceramente, non pensavamo di arrivare così lontano”.

L’amara realtà di ritrovarsi a piano piano solo, supportata però da una forte responsabilità sociale: “Mi sono sentito
in dovere di dare al territorio nel quale sono nato e cresciuto. Per quanto riguarda la gestione ho applicato alla
società di calcio, il metodo di lavoro della mia azienda, di “Ecologia Oggi”: un sistema gestionale etico, corretto.” Società di calcio e azienda, dunque, due cose ben differenti: “Le realtà le ho sempre volute scindere. Ho chi si occupa del Cosenza e chi lavora in azienda, mi sembra la cosa migliore. Io stesso, dedico il mio tempo in maniera separata rispetto alle aziende: non amo mischiare le due cose”.

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