L’ex attaccante cosentino, con un passato anche a Crotone, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni: “Non ho vissuto a pieno la città pitagorica, quell’anno feci il militare. E sulle parole di Braglia…”
Mario La Canna è un vero figlio di Cosenza, città che gli ha dato i natali anche nel calcio: quella squadra con cui ha giocato, la stessa per la quale tuttora fa il tifo. Un cerchio professionale iniziato in riva al Crati in maniera splendida, con l’esordio immediato in Serie B: “Cosenza è la mia città, con la maglia rossoblu ho fatto tre anni in B e uno in Lega Pro. E’ stato bello anche se è durato poco” le parole dell’ex attaccante in esclusiva ai nostri microfoni.
In vista del derby di sabato prossimo, è lecito chiedere a La Canna ricordi della sua esperienza a Crotone: “Lì giocai un solo anno. A quell’epoca feci il militare, dunque non ho vissuto a pieno la città di Crotone. Andavo avanti e indietro da Roma. Per quel poco che ho visto, i tifosi erano persone squisite ed eccezionali”. La Serie A, un sogno custodito da troppi anni nei cuori dei tifosi silani e alimentato dalle parole di Braglia al Guerin Sportivo: “Il mio sogno è allenare un giorno il Cosenza, la squadra della mia città. Se Braglia ha questo obiettivo, vuol dire che è convinto della sua scelta di rimanere a Cosenza. La società è solida e può ambire ad altri campionati”.