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Cosenza, non solo i numeri ma preoccupa l’atteggiamento della squadra

Senza cattiveria e senza un’anima la salvezza diventa una chimera. Le distanze si allungano ma se lo Spezia batterà la Cremonese nel recupero, il playout rimane possibile. Ma il tempo sta per scadere…

Quinta sconfitta consecutiva. Bisogna andare indietro nel tempo per registrare un’altra situazione così disastrosa. Quello che allarma di più non è tanto la classifica ma l’atteggiamento della squadra. Incomprensibile. L’analisi parte dalle parole pronunciate da Pippo Inzaghi a fine partita. Prendete appunti: “Mi preoccupavano i primi venti minuti della partita, ecco perché l’abbiamo impostata in quel modo…”. Capito? Questo si chiama approccio alla gara. Un Cosenza alla disperata ricerca di punti, che gioca davanti al proprio pubblico avrebbe dovuto aggredire gli avversari sin dal… sottopasso che porta al terreno di gioco.

E invece? Ecco il Benevento che domina sin dalle battute iniziali e tu a subire senza un briciolo di reazione. Ha ragione Braglia quando dice che la squadra ha fatto un passo indietro rispetto a Pescara. Ci mancherebbe altro, lo si è visto ampiamente. Ma passi per una squadra che non ha un briciolo di gioco, di identità tattica. Ci può stare. Ma un po’ di cattiveria agonistica se non la trasferisce un allenatore, chi dovrebbero farlo? Magari i soli tifosi che anche domenica sera non hanno mai fatto mancare il loro sostengo? Una squadra senza un’anima. Questa, purtroppo, è l’amara realtà.

È propio vero: la squadra riflette sempre il carattere del proprio allenatore. E oggi Braglia è un allenatore che dà l’impressione di avere deposto le armi. Ma da tempo. Diverso tempo. Evidentemente, complice una guida del club poco professionale (dal mercato alla gestione degli infortunati, fino a tanti altri dettagli di cui tutti si lamentano ma nessuno dice nulla pubblicamente…), ha azzerato gli stimoli di un allenatore al quale il Cosenza dovrà essere sempre grato. Adesso la situazione è diventata imbarazzante.

La salvezza diretta è distante 9 punti. Il playout è lì a un passo, a -3 ma, in questo caso, il Cosenza martedì sera dovrà inchiodarsi davanti alla tv e fare il tifo per lo Spezia il quale dovrà battere la Cremonese nel recupero. Virtualmente diciamo che andarsi a giocare l’eventuale spareggio dista 6 lunghezze, che poi non sarebbe un abisso con 15 partite ancora da disputare se solo quella rossoblu si trasformasse in una squadra normale. Una squadra che giochi con intensità, aggressività e una sola idea di gioco. Ma il tempo sta per scadere…

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