L’allenatore del Pescara, noto per la sua fede evangelica, non è rimasto insensibile all’emergenza in atto causata dalla pandemia
Nicola Legrottaglie, 44 anni da compiere il prossimo 20 ottobre, è l’allenatore del Pescara subentrato a Luciano Zauri direttamente dalla panchina della formazione Primavera. L’ex difensore della Juventus è molto conosciuto anche per la sua fede evangelica. Da calciatore era uno degli Atleti di Cristo. Si è inserito anche lui nel dibattito di questi giorni, sulla possibilità o meno di tornare in campo. Decisione che condivide ma a patto “che il calcio dia un segnale di speranza. Il calcio – ha sottolineato sulle colonne del Corriere dello Sport – non è solo il campo ma ha dimensioni diverse. È anche vita”.
L’allenatore del Pescara ha aggiunto. “Dipende qual è la motivazione per cui si ripartirà. Se riguarda la vita, se si tratta di un incoraggiamento al popolo per uscire fuori da questa situazione, allora va bene. Nel caso il calciatore potrebbe diventare quel modello positivo di cui tanto si parla, lanciando un messaggio di speranza per ricominciare a vivere”. Lo stesso Legrottaglie sul quotidiano sportivo romano, ha anche precisato. “Non è che dopo due mesi riattacchi la spina ed è tutto come prima: tutti hanno una famiglia, c’è la salute da salvaguardare, ci sarebbero riserve mentali”.