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Guarascio: “La salvezza del Cosenza è stata come una grande opera d’arte”

Lunga intervista al presidente: “Avevo previsto 6 vittorie e un pareggio, siamo andati oltre. Non ho telefonato a Garritano, lo hanno fatto dalla società. Rispetto alla vittoria dei playoff stavolta ho gioito davvero tanto. Occhiuzzi lo volevo dopo l’esonero di Braglia ma questioni burocratiche…”

Il Cosenza al centro del mondo. L’impresa della salvezza ha oltrepassato i confini, tant’è che il presidente Guarascio viene cercato da più parti. “Queste attenzioni a livello internazionale lusingano. C’è veramente grande entusiasmo attorno al Cosenza. In fondo in 10 partite abbiamo centrato un bel primato…”. Se la ride di gusto il massimo dirigente del club rossoblu che si è concesso in esclusiva a tifocosenza.it, in una lunga intervista nel corso della quale sono stati toccati più argomenti. “Le faccio una confidenza, di un qualcosa che è avvenuto nel corso del lockdown. A un certo punto – racconta Guarascio – si era diffusa la voce secondo la quale si sarebbe voluto congelare la classifica, facendoci così retrocedere. Ho raccontato ai ragazzi di un colloquio nel quale ho sottolineato con forza che se avessi vinto 6 partite e pareggiato una, io mi sarei salvato. Siamo andati oltre, giocando tutte partite vere contro squadre che avevano obiettivi da raggiungere. Non abbiamo mica affrontato Livorno e Benevento…”.

Presidente, ha gioito di più per questa salvezza oppure la vittoria dei playoff di due anni fa?

“Due momenti completamente diversi, anche se questa volta ho gioito veramente tanto. Perché è stata più sofferta, arrivata all’ultima giornata grazie alla vittoria sulla Juve Stabia. Pensi cosa sarebbe successo se avessimo perso… Ho sempre detto che sarebbe stato fondamentale avere un’andatura costante, perché gli altri avrebbero mollato”.

Ha telefonato a Luca Garritano?

“No, però so che lo hanno chiamato dalla società. Questa salvezza è stata come una grande opera: si sono andate a incastrare una serie di situazioni che tutti auspicavamo avvenissero. E che si sono materializzate negli ultimi minuti. Ribadisco: una grande opera d’arte, completa in tutta le sue parti. E non è un caso che si siano complimentati con noi dall’Inghilterra”.

Perché Occhiuzzi non è stato ingaggiato dopo l’esonero di Braglia?

“A me è sempre piaciuto ma era una questione burocratica legata al patentino. La deroga sarebbe stata per soli 60 giorni. Quindi si è optato per la scelta di Pillon, allenatore esperto e che aveva accettato con entusiasmo convinto che potesse centrare l’obiettivo. Ma le cose non sono andate benissimo, una sola vittoria, un pareggio e tre sconfitte. Poi con l’arrivo della pandemia è crollato tutto. Stavamo vivendo una situazione particolare: medici dimessi, due calciatori che non sono partiti, quella trasferta a Verona con lo sbarco a Bergamo. Poi Treviso epicentro del virus. Definire anomalo il campionato in quel periodo è veramente dire poco”.

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