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Cosenza, Guarascio condanna lo striscione al Granillo: “Non rappresenta i colori rossoblu”

Il presidente stigmatizza il contenuto: “Volgare e offensivo”. Sull’episodio anche il sindaco di Reggio: “Se offendi una città calabrese offendi l’intera Calabria”

Eugenio Guarascio, presidente del Cosenza, con una nota ha voluto condannare con fermezza il gesto e il contenuto dello striscione apparso all’esterno dello stadio “Oreste Granillo” di Reggio Calabria: “Non rappresentano i colori rossoblù coloro che hanno esposto il volgare e offensivo striscione apparso oggi all’esterno dello stadio Granillo a Reggio Calabria”.

“Il tifo e il sostegno alla propria squadra non devono mai tracimare nell’insulto triviale e dai contenuti lesivi per un’intera comunità e il nostro impegno – ha proseguito il presidente rossoblu – tanto più in una giornata particolare per il calcio calabrese con in programma il derby fra Cosenza e Reggio Calabria, è da sempre finalizzato a coltivare e promuovere i valori dello sport e della sana competizione. Come società, d’accordo con giocatori e staff, prendiamo dunque le distanze da questo gesto che basta da solo a qualificare chi lo ha compiuto: siamo infatti convinti del fatto che i principi che da sempre animano i nostri veri tifosi sono lontani da ogni forma di violenta generalizzazione e di volgarità verso una grande città qual è quella di Reggio Calabria”.

Anche Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, è intervenuto sull’episodio: “Se offendi una città calabrese offendi l’intera Calabria. Chi, nella notte, si è reso protagonista di un gesto inqualificabile, stendendo degli striscioni sulle inferriate dello stadio “Granillo”, non è né un tifoso, né uno sportivo, né un ultras. La sua bandiera è lo squallore, un’arma puntata contro l’unità della regione che, soprattutto in questo momento, deve essere compatta, granitica, solidale e remare verso un’unica direzione. Le divisioni territoriali ed i campanilismi, purtroppo, sono zavorre che hanno impedito, negli ultimi decenni, il reale e concreto sviluppo della Calabria. Ci hanno reso deboli, vulnerabili, estremamente fragili di fronte alle sfide ed alle difficoltà che sempre abbondano nella nostra terra. Dobbiamo imparare ad essere un unico popolo, un bastione coeso ed invincibile. E dobbiamo farlo ad ogni livello ed in ogni settore della vita sociale, istituzionale e civile. Se non iniziamo a ragionare e agire come fossimo un monolite, non cresceremo mai e pagheremo sempre a caro prezzo la stoltezza ed il torto d’essere “Calabrie”.

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