La retrocessione con 9 punti di distacco e soprattutto il clamoroso flop dei contributi sull’utilizzo dei giovani avrebbero frenato la Cremonese
Stefano Trinchera e il Cosenza ufficialmente insieme ancora per pochi giorni ma di fatto il divorzio si era consumato già la scorsa estate. Erano i giorni in cui i suoi prediletti frequentatori dello stadio Marulla divulgavano notizie sull’interessamento del Lecce, sua ex squadra sia da calciatore sia da dirigente. Una trattativa mai nata che strumentalmente era stata amplificata per strappare alla proprietà del club rossoblù un rinnovo che nessuno voleva.
Un po’ quello che sta succedendo in queste ore. Tutto lo vogliono ma pochi lo cercano. Pesa, e non poco, la retrocessione con il Cosenza. Quei 9 punti di distacco rappresentano un macigno pesante sulla carriera non soltanto per l’allenatore Occhiuzzi ma anche per lui. E poi a nessun addetto ai lavori è passata inosservata la vicenda legata ai contributi sull’utilizzo dei giovani. Il Cosenza ha perso i soldi della mutualità previsti dalla Legge Melandri: ben 900 mila euro. Una squadra costruita senza avere previsto almeno quattro, cinque under 23.
La frenata della Cremonese non sarebbe una casualità. Stanno riflettendo, anche se alla fine si potrebbero riannodare i fili. La voce sul Bari pare avere l’identico sapore della trattativa fantasma della scorsa estate con il Lecce. Già, il Lecce. Qualcuno vorrebbe che Corvino lo riaccogliesse tra le sue braccia. Un legame forte tra i due, complici gli affari che lo stesso Trinchera ha fatto il figlio Romualdo in quanto procuratore di diversi calciatori. l’unica cosa certa sul futuro del direttore sportivo è che il prossimo 30 giugno chiuderà la sua parentesi con il Cosenza dopo quattro stagioni.