L’ex direttore sportivo dei Lupi elogia il lavoro fatto dopo la riammissione in Serie B ed ha parole speciali per alcuni dei protagonisti di questa nuova era
Mauro Meluso, 56 anni compiuti lo scorso 1 gennaio, segue con un occhio di riguardo il Cosenza. E non soltanto perché è stata una sua ex squadra ma perché la città dei bruzi gli ha dato i natali e qui ha ancora parenti e tantissimi amici. Insomma, i Lupi sono sempre i Lupi. Lo rintracciamo al telefono mentre è in viaggio con la famiglia direzione Firenze per abbracciare il figlio. Poi un fine settimana di lavoro in Francia fra Tolosa e Marsiglia. La spina, anche quando si è senza squadra (ha ancora due anni di contratto con lo Spezia), evidentemente non si stacca mai.
Il Cosenza, dunque. “Diciamo che si sta decisamente meglio rispetto al recente passato”, e giù una gran risata di compiacimento per questo inatteso inizio di stagione. “Lì ci sono due persone in gamba che stimo moltissimo: Goretti e Pizzimenti. Non era facile, di certo complicato per le difficoltà con le quali si è lavorato. Assieme a Zaffaroni, un allenatore bravo che seguo dai tempi in cui allenava il Monza prima che arrivasse Berlusconi. Sono loro i principali protagonisti di questo nuovo corso. Meritano tantissimi applausi”.
Il progetto del club rossoblù è una salvezza tranquilla. Si prova a fare spingere un po’ oltre Meluso: dove potrà arrivare questa squadra? “Ripeto: Goretti e Pizzimenti hanno fatto un lavoro eccezionale. Hanno portato a Cosenza calciatori funzionali al progetto. Il campionato è lungo e pieno di insidie ma i presupposti per soffrire meno rispetto alle ultime stagioni, ci sono tutti. Secondo me sono state poste le basi per un buon progetto, poi bisogna vedere quanti di questi ragazzi il club riuscirà a tenere”.
Goretti ha sostenuto che in qualche modo, dopo gli anni trascorsi nella “sua” Perugia, quella di Cosenza è la prima vera e propria esperienza da dirigente. Se la ride Meluso. “Diciamo che qui ci si allena bene… Dai, Cosenza è una piazza esigente che ha molto seguito. Sicuramente importante come d’altronde lo era Perugia stessa. Ma ai piedi della Sila è una palestra niente male…”.