
Agli inizi del 2000 il debutto nel mondo del professionismo con la maglia dei Lupi e la voglia di chiudere la carriera da calciatore dove tutto ebbe inizio
Quella di mercoledì sera per Francesco Modesto non sarà mai una sfida come le altre. Il tecnico del Crotone è cresciuto calcisticamente con il Cosenza dove, dopo aver effettuato tutta la trafila nel settore giovanile, ha mosso i primi passi nel grande calcio. Nell’estate del 2001 Gigi De Rosa lo lancia nell’undici titolare in Coppa Italia contro il Venezia di Cesare Prandelli senza più uscire dal campo.
Trenta presenze in Serie B e il passaggio al Palermo. Dopo l’esperienza in rosanero il prestito all’Ascoli e la promozione in Serie A ottenuta sul campo. La definitiva consacrazione a Reggio Calabria e la tappa più importante della sua carriera a Genoa alla corte di Giampiero Gasperini e al fianco di Ivan Juric. Poi Bologna, Parma, Pescara e infine il ritorno in B con le maglie di Padova e Crotone. Nella sua città prima ottiene una salvezza all’ultima giornata e l’anno successivo è tra i protagonisti della prima e storica promozione in Serie A dei pitagorici.
Chiusa l’esperienza coi pitagorici, Modesto pubblicamente dichiarò di voler chiudere la sua carriera da calciatore a Cosenza, dove vive la sua famiglia, ma la trattativa col presidente Guarascio si arenò in breve tempo. Arrivò il Rende, qualche gara in Serie D prima di un brutto infortunio e l’inizio della carriera d’allenatore. I playoff in Lega Pro con i biancorossi, una breve parentesi a Cesena e il rilancio con la Pro Vercelli prima di tornare nella sua Crotone per spiccare il volo. L’esperienza con i rossoblu finora è da dimenticare, solo 14 punti conquistati frutto di due vittorie e 8 pareggi e soprattutto solo 24 reti segnate ma ben 43 subite. La sfida contro il Cosenza rappresenta l’ultima chance per provare a mettersi in scia alla zona playout.
