
L’ex allenatore parla dei Lupi a La Gazzetta del Sud e torna sul mancato rinnovo dopo la salvezza nel playout. “Con Gemmi ho parlato venti minuti. Tenuto appeso a un filo per venti giorni. Zilli faceva fatica a giocare anche in Primavera…”
Tutta la sua amarezza Pierpaolo Bisoli l’ha sfogata attraverso La Gazzetta del Sud. Una lunga intervista in cui è tornato sul mancato rinnovo alla guida del Cosenza dopo la salvezza centrata al playout contro il Vicenza. “Forse, se non fossi stato tenuto appeso ad un filo per 20 giorni, sarei potuto essere da qualche altra parte in serie B, chi lo sa. Non ho sentito nessuno per venti giorni, mi è stato chiesto di aspettare e così è stato”.
Ci va dentro l’allenatore di Porretta Terme che adesso, dice, sta facendo il nonno a tempo pieno. “Non mi pento di nulla ma un pizzico di rispetto in più per l’uomo lo pretenderei. Se non c’era la volontà di proseguire con me, bastava essere sinceri fin da subito. Finiscono tutte le storie, lo avrei accettato”. Poi un passaggio su Gemmi. “Siamo rimasti a parlare per venti minuti. Dopo quell’appuntamento, in cuor mio, ho capito che non sarei stato l’allenatore del Cosenza. Sostanzialmente non abbiamo parlato di nulla di concreto. Questa è la verità, so che è scomoda, ma è così”.
Bisoli si toglie anche un paio di sassolini dalla scarpa sul presunto ingaggio che avrebbe chiesto. “Ho sentito dire e visto scrivere tante bugie. Persino è stato detto che avrei chiesto 600 mila euro di ingaggio, non sono certamente uno scemo. In realtà non c’è mai stata nessuna domanda né tantomeno un’offerta. Un giorno, infine, sono stato chiamato da Guarascio, che mi ha spiegato la volontà di virare su un nuovo profilo. Una telefonata durata pochi istanti”.
Infine le parole di Bisoli sui giovani. “Zilli è una mia creatura e lo rivendico con forza. Prima, a momenti, faceva fatica a trovare spazio in Primavera. Penso invece sia stato uno dei massimi artefici del traguardo raggiunto. Su Florenzi non mi prendo tutti i meriti perché ha trovato spazio pure in precedenza. Anche se è vero che con me è diventato un tassello centrale. Oltre alla salvezza nei miei mesi in rossoblù è stato costruito un patrimonio per il club”.
