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“Cosenza, sarà tosta ma il gruppo e le motivazioni faranno la differenza”

Antonio Manicone parla della sua ex squadra: “Ho grande fiducia in Gemmi perché è molto bravo e poi Dionigi ha voglia di fare bene con un calcio propositivo”

Antonio Manicone, 56 anni da compiere il prossimo 27 ottobre, la maglia del Cosenza l’ha indossata nella stagione 1998-1999. Arrivò a gennaio e contribuì alla salvezza collezionando 17 presenze nel campionato di Serie B con Sonzogni, De Vecchi e ancora Sonzogni in panchina. “Abitavo a Casole Bruzio, è stata una bella esperienza. Ricordo sempre con piacere Cosenza e i cosentini, che ritrovo dappertutto. Ho visto in tv il playout con il Vicenza: sia la partita d’andata, sia quella di ritorno. Una cornice di pubblico fantastica al Marulla. Cosenza è una piazza passionale, adatta a tutti i calciatori perché i tifosi li amano. Soprattutto quelli che danno sempre il 100 per cento”.

Lunedì sera ha visto Bologna-Cosenza, partita di Coppa Italia che ha commentato su Italia Uno ospite della trasmissione condotta da Monica Bertini. “Ho visto una squadra che ha voglia di fare calcio. Ho avuto l’impressione che si stia costruendo qualcosa di importante. Ho grande fiducia nel direttore sportivo Roberto Gemmi, molto bravo. E poi c’è Dionigi che ha grande voglia di emergere, di tornare a fare bene con un calcio propositivo. Infine c’è una società stabile mi pare di capire dall’esterno, con un presidente che è lì da tantissimi anni e che ha riportato il Cosenza in B”.

A questo Cosenza manca un calciatore alla Manicone. Sorride l’ex centrocampista dei Lupi. “Diciamo che di giocatori alla Manicone ce ne sono sempre di meno. E chi ce li ha, se li tiene stretti. Il calcio è cambiato: adesso si va a duemila allora. Si pensa poco ai ritmi di gioco e soprattutto al calciatore che li dà… Oggi poi si cambia spesso modulo nel corso della stessa partita. E comunque, alla fine, chi ha i giocatori più bravi vince”.

Segue con attenzione il campionato di Serie B, anche perché dopo la parentesi come vice di Petkovic alla Lazio, nella nazionale svizzera e al Bordeaux ha deciso di camminare da solo. Vuole allenare una squadra, come aveva già fatto nelle giovanili dell’Inter. “Ci sono state un po’ di situazioni tra Serie C e una anche in B, ma non voglio sbagliare la partenza… Meglio riflettere bene”. Poi parla del prossimo campionato. “Ci sono tante società forti e vedo molta concorrenza nella zona alta della classifica. Spero che il Cosenza raggiunga l’obiettivo della salvezza in tutta tranquillità. Sarà tosta ma il gruppo e le motivazioni faranno la differenza. Ci si deve sentire come in una famiglia, con giocatori sempre disponibili a fare un metro in più per andare in aiuto al compagno di squadra”.

Manicone conosce molto bene due calciatori del Cosenza. “Intanto Rigione che ho allenato nelle giovanili dell’Inter. Poi Meroni che era nel settore giovanile dell’Empoli assieme a mio figlio Carlo che adesso gioca nel Chiasso. Due giocatori forti Michele e Andrea”. Un altro figlio di Manicone, Tommaso fa il procuratore. E ha gestito assieme a Imborgia il trasferimento di Lucca dal Pisa all’Ajax.

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