Dopo ben tre udienze è terminata la testimoniaza in Corte d’Assise a Cosenza: “Con me voglio portare un regalo per rendere felici i miei figli e per aver detto loro sempre che la giustizia la fa l’uomo”
L’udienza numero 41 del processo sulla morte di Denis Bergamini è stata dedicata al controesame di Donata Bergamini, sorella di Denis ex centrocampista Cosenza. L’avvocato della difesa ha chiesto alla teste di confermare alcuni passaggi del libro “Il calciatore suicidato” scritto da Carlo Petrini. E poi nel corso della seconda parte dell’udienza ha infangato il nome dell’ex rossoblu con una presunta positività all’HIV mai certificata e messa agli atti.
Al termine dell’udienza Donata ha parlato davanti le telecamere. Dopo 34 anni ha rivisto anche Isabella Internò unica imputata del processo. “Nei suoi occhi ho visto la verità, nessuna emozione. Era come avere un nulla davanti”.
D’obbligo il passaggio sul libro di Petrini. “Per noi è stato molto doloroso ma anche molto utile. In questo lungo percorso era importante che Denis ritornasse alla ribalta perché era stato dimenticato. Questo era quello che desiderava papà, perché poi è stato finalmente ascoltato, ha raccontato il nostro dramma a Chi l’ha visto? ed è stato questo libro a spingere Alessandro Piersigilli a creare il gruppo FB, diversamente non avrei conosciuto la Calabria della giustizia”.
Donata ha poi commentato in modo sarcastico le ipotesi dell’accusa. “Se c’erano le scale nella piazzola si suicidava buttandosi dalle scale…” e infine un messaggio rivolto ai tre figli dopo tre udienze fiume. “Con me voglio portare un regalo per rendere felici i miei figli e per aver detto loro sempre che la giustizia la fa l’uomo”.