Durante l’udienza del 10 gennaio l’ex esterno del Cosenza ha ricordato il suo compagno di squadra: “Non si sarebbe mai suicidato”
Nel quarto atto del processo Bergamini entrano in scena i compagni di squadra dello sfortunato centrocampista rossoblù. Il primo a parlare in aula è stato Sergio Galeazzi. “Denis era un esempio da imitare”. Così è iniziata la testimonianza, dell’ex esterno del Cosenza l’ultimo dei suoi compagni di squadra a vedere in vita Denis. “Un ragazzo meraviglioso. Non solo come giocatore – aggiunge Galeazzi – ma anche come persona: educato, generoso, solare, disponibile. Quando uscivamo lui doveva pagare per tutti. Impeccabile professionista non mancava e non ritardava a nessun allenamento, ritiro, partita, eccetto quell’ultima volta”.
E poi ancora, il punto nevralgico della tragica vicenda “Denis non si sarebbe mai suicidato – aggiunge l’ex rossoblù – chi mai l’avrebbe fatto con un contratto per andare a giocare in serie A?”. Poi la ricostruzione della relazione con Isabella Internò: “È stato proprio Denis a presentarmela come la sua fidanzata. Davanti a me non hanno mai litigato anzi sembravano una coppia normalissima”, racconta Galeazzi. La testimonianza prosegue. “Dopo un po’ però Bergamini iniziò a lamentare la troppa gelosia: mi disse ‘Mi sta troppo addosso’. Lui ci teneva a lei, ma alla fine era diventato insofferente”.
Galeazzi rispondendo alle domande del pm ha anche ricostruito la vicenda dell’aborto. “I suoi familiari gli dissero di sposarla – conclude l’ex numero 7 rossoblù – sennò ci sarebbero state conseguenze. Denis non voleva sposarla ma solo fare il genitore. E una volta tornato da Londra mi disse: ‘Non so come finisce. Non so come finisco’“. Venerdì sarà la volta dell’ex portiere Gigi Simoni.