Il giovane allenatore vorrebbe un calcio propositivo e la costruzione del gioco dalla difesa. Finora non è stato sempre possibile. Ma siamo soltanto all’inizio del percorso di crescita in piena evoluzione
Quando è capitato lo ha sempre detto a voce alta: “Roberto Occhiuzzi è stato il mio migliore acquisto”. Una frase che il presidente Eugenio Guarascio ha avuto modo di ripetere, a microfoni spenti, anche durante l’intervallo della partita Cosenza-Lecce giocata sabato 24 ottobre al Marulla. Il dubbio è capire se l’organico sia all’altezza del gioco che vorrebbe proporre il tecnico. E sulle qualità dell’allenatore, abbiamo scritto a più riprese. Certo, è giovane. E per la prima volta nella sua carriera affronta il peso di una stagione costruita a braccetto con il direttore sportivo Stefano Trinchera.
Non ne ha mai fatto mistero Occhiuzzi della soddisfazione dell’organico che gli è stato messo a disposizione. Più volte ha sottolineato che tutte le scelte sono figlie di un’ampia condivisione con Trinchera. Scelte che ha difeso a spada tratta, soprattutto quando le prestazioni dei nuovi non sono state all’altezza delle attese. Ad accompagnare i discorsi legati all’organico, si ascolta sempre lo stesso ritornello: percorso di crescita. E non potrebbe essere diversamente, siamo soltanto all’inizio dopo che l’organico, di fatto, è stato completato, come di consueto, nel rush finale del calcio mercato.
Sette partite di campionato e due di Coppa Italia ovviamente non bastano per dare un giudizio definitivo sull’organico. Anche se il primo impatto porta a pensare che non tutti i calciatori sembra siano adatti al tipo di calcio che Occhiuzzi vorrebbe proporre. Vorrebbe che l’azione venga costruita dal basso ma con i difensori che ha a disposizione non sarà semplice perseguire questa idea. In Coppa è piaciuto molto Schiavi fino a quando la condizione fisica ha retto. E se l’ex Salernitana dovesse stare bene, ha l’esperienza per guidare il reparto e ha dimostrato di avere i piedi per gestire bene il palleggio dal basso.
Capitolo centrocampo. Da quello che si è visto fino a oggi il calciatore che ha le caratteristiche migliori per sviluppare gioco è Petrucci. Ma l’ex Ascoli soltanto in due occasioni ha giocato dall’inizio in campionato, prima che si fermasse per infortunio. Il giovane Kone ogni in campo porta energia, fisicità e buoni tocchi con il piede mancino. Da trequartista potrebbe tornare al suo passato, quando a inizio carriera giocava nella Polisportiva Vigor Perconti e nelle giovanili del Torino. Ha caratteristiche tali da potere essere utilizzato in tutti i ruoli, non a caso per Occhiuzzi è il classico jolly di centrocampo.
In attesa di vedere il colombiano Vera al top della condizione fisica, sugli esterni aleggiano un bel po’ di dubbi. Chiedere a Corsi quello che faceva Casasola non è pensabile mentre Bouah dovrà acquisire l’esperienza giusta prima di poterlo giudicare. Non è ancora pronto per essere un titolare in Serie B. La fascia destra toccherà a Bittante, appena Vera diventerà il padrone della corsia sinistra. Ma fino a oggi ogni qualvolta l’ex Empoli è stato utilizzato a destra, è sembrato di rivedere il calciatore prima del lockdown di marzo…
Infine l’attacco. A oggi mancano gli eredi di Rivière e Asencio: nessuno tra Gliozzi, Petre e Borrelli ha finora dimostrato di essere all’altezza dei loro predecessori. Ma come ripete Occhiuzzi è in atto il percorso di crescita, e appena questo sarà completato arriveranno i gol di Gliozzi, Petre e Borelli. E tutti saremo pronti a cambiare i giudizi. A oggi sembra che questo organico non sia all’altezza del calcio che vorrebbe proporre Occhiuzzi. Il tempo ci darà risposte più certe.