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Cosenza, ecco Machach: il bad boy che il Napoli soffiò al Torino

Il franco-marocchino arriva nella città bruzia per togliersi l’etichetta di cattivo ragazzo e mettere in mostra il suo immenso talento

Arrivò a Napoli (società che superò la concorrenza del Torino) a costo zero, dopo essersi messo in mostra in Ligue 1 con la maglia del Tolosa. Zinedine Machach, fantasista classe ’96, è un talento cristallino che porta il nome di un grande del calcio degli anni ’90. Il suo nome, infatti, è un omaggio a Zidane, pallone d’oro del 1998 che condusse la Francia sul tetto del mondo.

“Spesso mi viene detto che devo essere forte come lui, ma io non devo prestare attenzione a questo. In realtà è stato il mio fratello che ha chiesto a mia madre di darmi questo nome. Mio fratello era un appassionato di calcio e io sono nato nel 1996, quando il giovane Zidane giocava a Bordeaux e stava diven  tando il grande Zidane alla Juventus. Si è trattata di una scommessa sicura quella di mio fratello”.

Del celebre Zizou, oltre al nome, Machach ha anche la posizione in campo: trequartista, capace di svariare su tutto il fronte d’attacco e bravo a fornire palloni per gli attaccanti. La grande tecnica è sicuramente il suo biglietto da visita, ma c’è l’aspetto caratteriale che ne oscura il talento.

Fu licenziato dal Tolosa dopo alcuni problemi con l’allenatore delle riserve Denis Zanko, il quale lo denunciò per violenza e ferite minori, mentre a Napoli si fece conoscere solo per la rissa in strada con un medico. A Carpi, infine, ebbe alcuni problemi all’interno dello spogliatoio, che spinsero gli emiliani a rispedirlo al mittente prima del passaggio a Crotone.

Anche nell’esperienza pitagorica, Machach ha fatto parlare di sé. Questa volta però in campo: il rosso per fallo di reazione e applauso ironico verso l’arbitro in Brescia-Crotone, infatti, spinsero Stroppa a dichiarare:  “Chi fa queste cose con me non giocherà più. Machach ha sbagliato l’atteggiamento nel contrasto, perché altrimenti avrebbe preso lui la punizione, e poi si è fatto cacciare. È successo, e non succederà più. Mi assumo io la responsabilità” . Il tecnico lombardo, poi, tornò sui suoi passi, concedendo al ragazzo 15 presenze di cui solo 7 da titolare.

Adesso, per il talento marocchino è pronta una nuova esperienza in riva al Crati: i tifosi silani sperano di apprezzare le sue immense qualità tecniche, mentre toccherà a Braglia gestirlo nella maniera giusta.

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