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Cosenza, al bel gioco non corrispondono i numeri: i conti non tornano

Si esprime un buon calcio ma a sprazzi, non c’è continuità. Non si finalizza e si subisce troppo, nonostante Superman Falcone: calciatori inadeguati alle idee di Occhiuzzi. E dopo 11 giornate si è fatto peggio della passata stagione…

Questa volta non si può nemmeno dire prendiamo il punticino e guardiamo al futuro con ottimismo. Che per quanto sia il profumo della vita, l’ottimismo per l’appunto, non riesce a distogliere lo sguardo dalla classifica. E dopo la sconfitta con la Reggiana, la terza consecutiva al Marulla dopo quelle con Brescia e Salernitana, è preoccupante. Intanto la prima cosa che balza agli occhi, perché pur se asettici e indigesti vanno comunque guardati, sono i numeri rispetto alla passata stagione. Occhiuzzi dopo 11 giornate ha fatti peggio di Braglia: un preoccupante meno -2 che arriva alla vigilia di una temibile doppia trasferta in una settimana. Prima l’Ascoli (martedì 15 alle ore 21) poi la Cremonese (sabato 19 alle ore 14).

Numeri a parte, ancora una volta si è assistiti a un Cosenza discontinuo. Una squadra che propone ottimi sprazzi di gioco ma che puntualmente viene colpita. E affondata. L’aspetto più allarmante, però, è che contro la squadra di Alvini non si è vista la cattiveria agonistica necessaria, caratteristica indispensabile per chi vuole intraprendere un percorso improntato sulla serenità in Serie B. D’accordo, le cinque occasioni tra il 10’ e il 19’ del primo tempo. Prendiamo per buone anche le dichiarazioni di Occhiuzzi, il quale, da buon padre di famiglia, continua a difendere i suoi calciatori al punto da dire che in fondo contro la Reggiana i ragazzi non hanno giocato bene soltanto nei primi dieci minuti del secondo tempo. Frasi che abbiamo già registrato in altre occasioni, in cui il Cosenza ha sempre raccolto meno di quanto prodotto.

E questo raccogliere meno ha fatto sì che dopo 11 partite i punti conquistati fossero soltanto 9. Per gli amanti delle statistiche 0,818 a partita. Il ché significa che l’andatura intrapresa porta dritti alla Serie C. Troppo presto per emettere sentenze? Ma non è un processo quello che si sta facendo, soltanto un’analisi delle partite. E dei  numeri. Le parole che Occhiuzzi continua a ripetere nel corso delle conferenze stampa senza un dialogo, un confronto (il tecnico risponde soltanto a domande inviate sulla chat di WhatsApp) pare stiano alimentando soltanto alibi per alcuni dei suoi calciatori. Come dire, tanto siamo tutti bravi e belli e cocchi di papà… Per il momento c’è una classifica che andrebbe guardata con preoccupazione.

Una squadra che, giusto per non cancellare quanto scritto in passato, da sempre ritenuta non adeguata alle idee di gioco dell’allenatore. Se il gioco produce tante occasioni e non le concretizzi, significa che hai calciatori mediocri nella fase di realizzazione. Se al primo affondo non ci pensa Superman Falcone (in tanti, purtroppo, fanno passare in secondo piano tutte le prodezze del portiere, anche sabato con la Reggiana quella sul colpo di testa di Radrezza dopo soli 8’ di gara), si prende regolarmente gol, significa che ci sono difensori con imbarazzanti limiti. Intanto siamo bravi e belli, perché ce lo dice papà. La classifica, in fondo, è soltanto un insieme di numeri utile a riempire spazi sui giornali…

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