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Cosenza, ecco perché Bruccini non doveva andare via…

Francesco Veltri è un giornalista professionista e alla notizia della cessione del centrocampista all’Alessandria, ha scritto un post su Facebook. Da tifoso…

Il giornalista professionista Francesco Veltri, appena il Cosenza ha ufficializzato la cessione di Mirko Bruccini all’Alessandria, ha scritto un post sulla propria bacheca del profilo Facebook. Il pensiero di un tifoso, prima ancora di un apprezzato collega e scrittore. Con piacere lo vogliamo proporre ai lettori di TifoCosenza, perché è un pezzo a tinte rossoblu…

Avrò la memoria corta, ma dei tre anni e mezzo in cui ha vestito la maglia della squadra che amo, non ricordo una sola parola pubblica da condottiero, un urlo liberatorio rivolto al cielo o alla terra. A un certo punto ho persino pensato che non avesse proprio la bocca. Merito forse del suo carattere introverso alla Gaetano Scirea o colpa della sua barba alla Ernest Hemingway, che la bocca, appunto, non te la lascia scorgere neanche per errore.

Eppure di Mirko Bruccini da La Spezia non riuscirò a dimenticarmi facilmente. Perché – succede pure nello sport, mica solo nella vita – di certe persone senti la mancanza solo quando se ne vanno. E oggi che il vecchio capitano non capitano dal passo lento, snervante e rassicurante dice addio alla mediana rossoblu, ripenso al suo gol nella finale di Pescara e a quello segnato al Perugia l’estate scorsa, quando la serie C sembrava ormai una questione assodata e, invece, proprio in quel dodicesimo minuto del primo tempo, iniziò una irripetibile cavalcata verso la salvezza.

Bruccini è stato il provvidenziale centrocampista goleador di una società calcistica che, da statuto, non ritiene l’attacco un elemento indispensabile del gioco.

Flemmatico e solitario a tal punto da farsi dimenticare a Messina da squadra e traghetto, una volta Bruccini ha scavalcato le difficoltà offensive della sua azienda realizzando un gol da 40 metri.

Con coraggio e paura, ha rifiutato di giocare a Verona quando il Covid stava iniziando a sterminare buona parte del paese e chi comanda non riusciva a bloccare una partita di pallone. Per quella decisione si è preso anche qualche insulto, ma alla fine ha avuto ragione lui e i suoi occhi lucidi del 20 giugno 2020, dopo la vittoria sull’Entella, lo confermano ampiamente.

Mirko Bruccini è stato il leader silenzioso di uno dei Cosenza più belli, folli ed emozionanti della storia, e credo che non si possa lasciare andare via una persona che ha fatto sognare una città abituata a piangere anche quando vince, senza donargli almeno un immenso e semplice grazie.

Francesco Veltri (giornalista professionista e scrittore)

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