Il direttore sportivo sul possibile innesto di svincolati: “Sono operazioni che non mi entusiasmano”
Nella lunga conferenza che ha fatto il punto in casa Cosenza, il direttore sportivo Roberto Goretti si è soffermato sul gruppo rossoblu: “La rosa lunga l’ho ritenuta necessaria perché non avendo una base di preparazione solida e dovendo tenere i ritmi del torneo, pensavo ci fossero tanti infortuni. C’erano due o tre elementi a rischio, che venivano da problemi fisici. È stata una scelta ponderata. Da gennaio non avremo ritardo di preparazione, saremo tutti alla pari e valuteremo bene i numeri che servono per comporre la rosa. Le cinque sostituzioni ci dimostrano che i numeri degli anni precedenti non è più sufficiente. Perché in campo ogni domenica non vanno 13 o 14 giocatori ma 17 o 18.
Abbiamo dei lungodegenti, in primis Del Favero che ha un problema alla spalla, a gennaio vedremo quale sarà la situazione. Vaisanen con l’operazione al piede ha risolto il problema che aveva, lunedì avrà il consulto medico post operazione dove il chirurgo dirà se potrà iniziare con la rieducazione sul campo. La nostra stima iniziale è che possa tornare a gennaio. Gli altri nel breve periodo possono tornare a disposizione, resta da vedere la condizione atletica.
Il giocatore che sta a Cosenza deve pensare a migliorarsi. Se vale sei deve puntare al sette, deve avere un obiettivo personale molto ravvicinato, e questo porterà al miglioramento di tutta la squadra. L’allenatore ha il compito di migliorare quanto fatto nell’ultimo blocco di partite, puntando alla solidità e a fare un salto di qualità. Penso ad esempio alla transizione negativa e a quella positiva, ovvero quando perdiamo palla e quando la riconquistiamo. Ma questo spetta al mister e lo saprà fare in maniera egregia. È un miglioramento che deve procedere su più binari.
Io faccio valutazioni a livello settimanale. Se dico una cosa magari poi faccio il contrario. Chiaramente se avremo ancora difficoltà a livello numerico si potrebbe pensare a un intervento. Ma a me i giocatori svincolati non piacciono. Uno svincolato che è stato fermo tre o quattro mesi ha bisogno di due mesi per arrivare al pari degli altri. Per il bene della squadra, se si intravede un’opportunità, che comunque non può dare risultati immediati, ci si può pensare. Ma sono operazioni che non mi entusiasmano.
Se otto giornate bastano per valutare i giocatori meno impiegati? Devono, ci sono anche le precedenti, gli allenamenti e gli atteggiamenti quotidiani che fanno la differenza. Dobbiamo trovare 20 calciatori che credono a un’impresa. Certo, devono avere anche le capacità tecniche, morali e di atteggiamento. La classifica la vediamo ma dipende da noi, non dobbiamo preoccuparci degli altri, né di chi affrontiamo. Dobbiamo pensare a noi, creare la nostra identità e migliorare negli aspetti dove non siamo stati sufficienti”.