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Cosenza, la crescita passa da un percorso che necessita di tempo

Il lavoro di Gemmi e Dionigi è basato sulla consapevolezza che i risultati arriveranno attraverso il lavoro. E l’analisi di alcuni numeri dimostrano che la strada è quella giusta

I numeri dicono che il Cosenza è tra le migliori 7 difese del campionato mentre l’attacco viaggia a bassa quota. Ma facendo un’attenta analisi emerge un dato dal quale viene fuori che il gioco proposto da Dionigi garantisce oltre che un’ottima fase difensiva, anche una buona costruzione di gioco fino all’area di rigore. In queste prime 6 giornate di campionato, sono state create diverse situazioni per poter andare in gol ma che per un motivo o per un altro non sono arrivati. Evidentemente è proprio la parte realizzativa, la finalizzazione su cui si deve migliorare.

OCCORRE TEMPO Fra pochi giorni si torna in campo e, ovviamente, il lavoro rimane finalizzato su quel percorso di crescita di cui ne sono consapevoli lo stesso allenatore e il direttore sportivo Gemmi il quale ha avuto il grande merito di avere costruito una buona squadra nonostante le risorse limitate. Non a caso si è deciso di puntare su calciatori da rilanciare (alcuni già presenti in rosa vedi Voca e Panico), assieme a tantissimi giovani molti dei quali alla prima esperienza in Serie B. Sparare sentenze dopo 6 giornate di campionato, tra l’altro con 8 punti in classifica, è esagerato. Al Cosenza, ancor di più che in altre realtà, serve il tempo necessario per costruire qualcosa di importante capace di realizzare quella “voglia di stupire” tanto cara al diesse. Il secondo step, dopo il primo cominciato nel ritiro di Sarnano, è soltanto nella fase embrionale grazie proprio alla prima sosta del campionato.

TANTE OCCASIONI A proposito di fase realizzativa non possono non venire in mente le due occasionissime capitate a Florenzi a Benevento, il colpo di testa di Vaisanen a Parma, la traversa di Brignola contro il Bari e quella di D’Urso in casa della Ternana. Senza dimenticare la ripartenza di Brignola proprio contro i pugliesi con Florenzi tutto solo davanti alla linea di porta o quella di Brescianini a Bolzano con D’Urso meglio piazzato nell’area del SudTirol. Con un po’ di fortuna, nella casella dei gol segnati diciamo che 2-3 reti in più rispetto ai 5 attuali ci stavano tutti.

DIFESA La Reggina con soli 2 gol subiti ha la migliore retroguardia del campionato, seguita da Frosinone (3) e Cagliari (4) che completano il podio. Poi troviamo un gruppetto di 4 squadre con 5 reti subite che comprende anche il Cosenza oltre a Brescia, Genoa e Benevento. Le cose cambiano nella speciale classifica dei gol segnati dove comanda sempre la squadra amaranto di Pippo Inzaghi con 14 gol segnati, seguita da Parma (11), Bari e Spal a quota 10. Le uniche a doppia cifra. Poi con 8 reti troviamo Brescia, Frosinone e Ternana.

ATTACCO Il Cosenza ha segnato 5 gol gli stessi fatti dal Venezia, meglio di Benevento (4) e Perugia (3). Con una rete in più, a quota 6, troviamo un plotoncino di 5 squadre (Palermo, Como, Modena, SudTirol e Cagliari), 4 invece quelle che hanno realizzati 7 gol (Genoa, Ascoli, Cittadella e Pisa). Va detto che i Lupi finora non hanno avuto nessun calcio di rigore a favore, al contrario di SudTirol che ne ha visti assegnati 4 (3 trasformati), Cittadella (3, 2 segnati). Con 2 tiri dal dischetto troviamo Perugia (0 trasformati), Brescia e Bari (entrambe ne hanno sbagliato 1). Poi con 1 calcio di rigore (realizzato) troviamo Ascoli, Pisa, Genoa, Palermo e Modena mentre Cagliari e Benevento lo hanno sbagliato.

LA QUALITA’ COSTA Certo, un conto è avere calciatori di primissima fascia e che guadagnano cifre da capogiro; tutt’altra storia lavorare con giovani bravi e di prospettiva pescati in Serie C o dai settori giovanili, assieme a calciatori reduci da campionati di Serie B in cui hanno giocato poco o niente. Un esempio? Giusto per rimanere a venerdì sera (ore 20.30) quando al Marulla arriverà il Como. Una squadra costruita grazie a investimenti economici cospicui: in avanti la coppia CutroneMancuso, con Cerri, Parigini e Gabrielloni in panchina. Solo gli ingaggi di questi 5 calciatori superano di gran lunga quelli che il club di Via degli Stadi spende per pagare gli stipendi di tutta la squadra, staff compreso. Senza dimenticare che a centrocampo il nuovo allenatore Longo potrà contare su altri “preziosi” come Farias, Baselli, Fabregas e il recuperato Chajia. È chiaro che se certi palloni capitano sui piedi di calciatori di questo calibro, le percentuali che finiscano in gol sono decisamente molto alte!

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