Alessandro Micai, portiere del Cosenza, è intervenuto ai microfoni di DAZN Talks. Questa la seconda parte delle sue dichiarazioni: “In una lunga chiacchierata col direttore questa estate, mi è stata chiesta una salvezza un po’ più tranquilla. Dal salvarsi con qualche giornata di anticipo a riuscire ad agganciare i playoff ballano sempre pochi punti. C’è stato un periodo di appannamento, ci sta nell’arco di 38 partite. Adesso lavoriamo per proseguire sulla strada giusta.
La piazza di Bari mi ha lasciato quaclosa di più oltre l’aspetto sportivo. Lì ho tanti amici, mi piace stare in Puglia. È stata la mia prima esperienza in Serie B, abbiamo ottenuto due volte ai playoff. E quando fai bene a livello lavorativo, la città diventa anche più piacevole. Cosenza però non è da meno, perché abbiamo ottenuto un risultato emozionante, come vincere un campionato. Sono arrivato con la squadra ultima in classifica, abbiamo conquistato una salvezza incredibile. Non è tanto la quantità, quanto la qualità del tempo che mi sta facendo amare questa città.
Ho giocato al Sud per il 90% della mia carriera. Non mi ricordo neanche più come si vive al Nord (ride, ndr). Qui si vive diversamente, mi trovo molto bene, mi sono ambientato. Cosenza offre tutto, domenica sono stato in montagna e ieri al mare. Extra campo mi piace girare e mangiare, non sto molto a casa. Qui ci sono anche dei campi da golf, al quale mi sono avvicinato grazie a uno psicologo di Bari, con il quale giocavamo insieme. Quando ho una domenica libera vado a fare una partita. È molto connesso come sport al ruolo del portiere, nel quale non bisogna mai abbassare la guardia e si gioca quasi contro se stessi. Perché devi essere nel giusto stato mentale, appena hai un calo, sbagli una buca, perdi la partita.
Tutino è stato un bel ritorno a Cosenza, ci sta dando una grande mano. Ha portato quel pizzico di energia in più che forse mancava in precedenza. Il livello della rosa si è alzato, siamo tutti sul pezzo. È importante avere una squadra dove tutti danno quello hanno in funzione dell’obiettivo, che siano nuovi o che giochino insieme da 10 anni non ha un peso specifico. Nella mia squadra vorrei sempre gente che arriva e dà tutto per la vittoria.
Io con la fascia di capitano? Ringrazio per la stima ma qui ci sono giocatori che hanno vestito la maglia rossoblu per più tempo, come D’Orazio o Meroni, che conoscono Cosenza meglio di me. Il capitano è D’Orazio, poi Meroni, che sia stata data a me non può comunque che farmi piacere.”
