Ha ragione Fabio Caserta quando che partita più complicata non poteva capitare. E non perché il Cosenza non sia all’altezza del Lecco, anzi. A guardare la classifica i 9 punti di differenza e l’ultimo posto dei lombardi, rappresentano una sorta di guida ai facili entusiasmi. Invece sono tanti i fattori da prendere in considerazione.
Intanto la partita contro i Lupi per il Lecco è una sorta di ultima spiaggia: vincere significherebbe agganciare l’Ascoli a quota 23 e, come ha detto Aglietti alla vigilia, anche per motivare i suoi, risucchiare Tutino e compagni verso il basso. Del terreno di gioco dalle misure più strette e l’impianto piccolo di per sé rappresentano un’altra trappola che va al di là delle 5 sconfitte di fila. E infine, ma non per ultimo, l’organico che è di tutto rispetto. O Capradossi, Crociata, Ionita, Lepore, Salcedo, Inglese e Novakovich è tutta gente che in Serie B è tosta.
La settimana di Caserta, mentre la società e tutti i collaboratori erano concentrati esclusivamente alle iniziative in vista della partita con la Sampdoria che coincide con l’anniversario dei 110 anni del club, è trascorsa a lavorare molto sulla testa dei calciatori. Non è proprio il caso di concendersi distrazioni, anche perché, per fortuna, una sfida come quella con i blucerchiati gli stimoli li porta già di per sé.
La partita con il Lecco non è assolutamente da sottovalutare. E diciamola tutta: è una tappa cruciale per il prosieguo della stagione. Una vittoria significherebbe cominciare a mettere in ghiaccio la salvezza. Ma soprattutto riporterebbe il Cosenza nella parte sinistra della classifica, il ché significherebbe ricominciare a mettere il naso nella zona playoff. Prematuro fare discorsi del genere? Sì, perché prima di tutto c’è la salvezza. E partita più complicata in questo momento non poteva capitare. Ha ragione Caserta.