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Il Cosenza si gode l’acquisto migliore: il ritorno del suo capitano

Il ritiro di San Giovanni in Fiore si è concluso con la notizia più bella di questo inizio di stagione: Angelo Corsi ha giocato la prima partita dopo il grave infortunio al ginocchio. Ed è pronto a guidare il branco…

Lo scorso 18 maggio ha compiuto 30 anni e quella appena cominciata è la settima stagione con la maglia del Cosenza. Una bella storia cominciata a gennaio del 2014, quando il calciatore laziale venne prelevato dall’Aprilia. Era la stagione del Centenario dei Lupi, l’ex Serie C2. Un susseguirsi di bei momenti, grazie a 160 presenze in campionato con la maglia rossoblu addosso. Signori, Angelo Corsi. Il capitano. Con la fascia portata con orgoglio sul braccio è stato uno dei protagonisti dello storico ritorno in Serie B dopo 15 anni. Le lacrime di Pescara tra i momenti più belli della sua carriera.

Poi il crack! Domenica 17 febbraio 2019: al Gigi Marulla arriva la Cremonese, crocevia fondamentale per la risalita del Cosenza in classifica dopo un girone d’andata disastroso. Al 10′ il numero 2 dei Lupi crolla a terra, si tiene con la mano il ginocchio destro dopo uno scontro di gioco con Strefezza. Stringe i denti e rimane in campo il capitano. Ma il dolore è lancinante, lascia il posto a Bittante al 24′ del primo tempo. Già i primi controlli non lasciano tranquilli, rottura del crociato. Intanto arriva il grande affetto del popolo rossoblu, quindi l’intervento e la lunga riabilitazione. Ha saltato le vacanze per farsi trovare pronto a inizio ritiro.

E sabato il grande giorno: in campo dal primo minuto contro la Garibaldina e la fascia da capitano sul braccio. Ha giocato circa un’ora, come aveva stabilito lo staff medico egregiamente guidato dal dottore Enrico Costabile. Sono stati rispettati i tempi e il capitano adesso è pronto a guidare il branco anche in campo. Perché lui il gruppo non lo ha mai lasciato da solo, soprattutto durante il periodo dell’infortunio. La fascia destra lo aspetta, così come i soliti mugugni di chi guarda troppa Champions League in tv. Palato fine. Non sarà un campione Angioletto. Giusto per intenderci non è il nuovo Cafu e nemmeno l’erede di Maicon, ma certamente è uno di quei calciatori capaci di fare la differenza. E per un semplice motivo: ama la maglia che indossa. Bentornato, capitano.

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