L’ex direttore sportivo rossoblu ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport guardando al futuro con un cauto ottimismo

“Io ho visto la morte sul campo, sono stato costretto a smettere all’improvviso a colpa di un malore. Dico che bisogna riprendere e tornare in campo prima possibile, finire questa stagione”, inizia cosi la lunga intervista di Lionello Manfredonia, ex direttore sportivo del Cosenza agli inizi degli anni 90.

Dalle pagine del Corriere dello sport, l’ex centrocampista di Roma e Lazio ha parlato del futuro del calcio italiano: “E’ importante riprendere lo sport in generale, con un passaporto biologico che certifichi che tutto sia apposto. I bilanci delle società di A sono quasi tutti in rosso, ci sono interessi enormi. Sarebbe meglio finire la stagione anche un pò più avanti, l’importante è assegnare i titoli sul campo”.

Manfredonia guarda anche al campionato di Serie C: “Le prime tre è giusto che vengano promosse, trovo bizzarra l’idea del sorteggio”.

Un calcio che dopo questa pandemia, secondo l’ex diesse rossoblu dovrà cambiare:”La gente ha voglia di calcio. Io vivo in Veneto e so qui e in Lombardia ci sono state situazioni molto difficili. Lo sport deve riprendere come tutte le attività lavorative. Il calcio deve ricominciare e mettersi in regola, spende troppo rispetto alle entrate. Non ci si può basare solo sui diritti Tv. Tutti dovrebbero organizzarsi meglio a livello patrimoniale, lo stadio di proprietà è fondamentale. In Italia ce ne sono pochissimi. In Inghilterra anche le società di serie C ne hanno lo stadio di proprietà. In Italia servono situazioni tragiche per riflettere. Troppi soldi spesi per il personale e pochi investiti nelle strutture.. Adesso si è costretti ad elemosinare al Governo i fondi. Quando il rubinetto delle Tv si chiude le società rischiano di fallire, mi sembra assurdo”.