Già in passato mentre il direttore sportivo cercava il nuovo allenatore c’era chi autonomamente faceva i casting con altri. Nella passata stagione ci fu la vicenda Bisoli-Zaffaroni, ma non fu l’unica…
La scelta dell’allenatore in casa Cosenza non è mai un’operazione semplice. Intanto perché qualsiasi sia la scelta, è sempre lo scetticismo generale a prevalere. Ma a rendere più confusionari la situazione c’è da registrare il lavoro del direttore sportivo che cerca e parla con gli allenatori, di pari passo c’è invece chi fa i casting in autonomia. Il “giallo” Castori di queste ultime ore, è soltanto l’ennesimo episodio di precedenti clamorosi che hanno caratterizzato il percorso del club.
Senza andare troppo lontani nel tempo, la passata stagione mentre il direttore sportivo Roberto Goretti aveva già portato Pierpaolo Bisoli all’hotel President nella vicina Rende, all’aeroporto di Lamezia era atterrato Marco Zaffaroni evidentemente chiamato da qualcun altro per riprendersi il posto in panchina dopo l’interregno di Roberto Occhiuzzi. Ma anche nella stagione precedente, Serie B 202-2021, quella della retrocessione sul campo e la riammissione per la vicenda Chievo, si era verificato un caso analogo. Il direttore sportivo Stefano Trinchera lavorava su altre piste mentre qualcun altro aveva trovato l’accordo con Walter Novellino, poi rimangiato.
E che dire della Serie C 2017-2018, quella che poi si concluse con la storica cavalcata trionfale nei playoff. Il nuovo direttore sportivo Trinchera, chiamato al posto di Mauro Meluso che andò a Lecce, trovò Gaetano Fontana allenatore già impacchettato da altri. Poche giornate si decise l’esonero. Il direttore sportivo lavorara per portare Pierino Braglia, altri invece facevano i casting, vis-à-vis, con Aimo Diana, Cristiano Lucarelli e Vincenzo Torrente con il quale era stato già raggiunto l’accordo. Invece poi venne scelto l’eroe di Grosseto…
Ecco perché quello del Cosenza calcio è un… fenomeno da studiare!