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Cosenza, quella sottile differenza tra finalizzare e concretizzare

Anche con la Cremonese si è creato tanto ma non sono arrivati i gol… Evidentemente necessitano attaccanti con altre caratteristiche. E come al solito la finestra del mercato di gennaio sarà indispensabile!

Intanto, giusto per mettere le cose in chiaro, c’è una bella differenza tra finalizzare e concretizzare. Strano il linguaggio calcistico, a volte. E questo lo ha lasciato ben intendere Roberto Occhiuzzi nel post partita con la Cremonese. A chi gli ha fatto notare che, ancora una volta, il Cosenza ha creato tanto e finalizzato zero il giovane allenatore dei Lupi ha sottolineato che la squadra crea tanto e finalizza tanto. Non si concretizza, che è un altro aspetto. Se volessimo utilizzare un linguaggio tipico di frequentava (purtroppo il Covid costringe a scrivere al passato…) gli spalti del Marulla, si direbbe “ca ni mangiamu nu saccu i gol”. Per chi non è cosentino, “sbagliamo tantissimi gol”. Più o meno, la traduzione dovrebbe essere questa.

E dice bene Occhiuzzi quando sottolinea con forza che la sua squadra è una di quelle, in tutta la Serie B, che fa più tiri in porta in area di rigore. Una sintesi perfetta di quanto sosteniamo da tempo: giocatori non adatti al calcio che propone questo allenatore. Chiaramente il calcio e soprattutto la classifica non si fanno con i se e i ma, però sembra logico chiedersi se il direttore sportivo avesse avuto la capacità di individuare calciatori migliori rispetto a quelli che ha messo a disposizione del tecnico, cosa sarebbe potuto accadere soprattutto in area di rigore. Non è sfortuna, ripete Occhiuzzi. E anche questo ci trova d’accordo. Non è assolutamente sfortuna ma la conferma che gli attaccanti in organico hanno limiti fin troppo evidenti.

E non è la sconfitta dello Zini che ci porta a scrivere queste cose. Lo avevamo fatto già dopo il successo sull’Ascoli: basterebbe rileggere l’articolo pubblicato il 17 dicembre scorso. Il Cosenza, dopo 13 giornate, ha gli stessi punti della passata stagione: 12. Una media da retrocessione diretta. Con una differenza, che la squadra ha una sua identità. Gioca bene, propone calcio e finalizza come dice Occhiuzzi. Ma non concretizza. Segno evidente che soprattutto lì davanti necessitano calciatori con altre caratteristiche. Adesso bisogna tenere botta, limitare i danni e arrivare al giro di boa con più punti possibili. Dopodiché il direttore sportivo Trinchera, come ha sempre fatto da quando è stato ingaggiato da Guarascio, si prepari a mettere una pezza agli strafalcioni estivi. E non è una questione di budget, si prendono ottimi calciatori anche a cifre contenute. Ma bisogna averne le capacità.

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