L’ex allenatore dei Lupi: “Buona organizzazione difensiva e in mezzo al campo è messo bene. Manca uno come Rivière…”. Bergamo, la città dei Bruzi e il Covid: “Forza ragazzi, se ne verrà fuori!”
Bortolo Mutti lo scorso 11 agosto ha compiuto 66 anni. A Cosenza ha lasciato ottimi ricordi da allenatore, in due momenti diversi. La prima parentesi nel campionato di Serie B 1995-1996, subentrò al posto di Fausto Silipo dopo quattro giornate. Chiuse all’11° posto e la stagione successiva si trasferì al Piacenza dove ha vissuto la sua prima esperienza in Serie A. Quella Serie A sfiorata alla guida dei Lupi nella seconda esperienza in rossoblù. Campionato 1999-2000 concluso un’altra volta all’11° posto e quello successivo in cui si è sfiorata la Serie A dopo essere rimasto in testa alla classifica per tutto il girone d’andata, per poi chiudere la stagione all’8° posto.
Cosenza e il Cosenza sono rimaste nel cuore di Lino, così come lo chiamano gli amici. Al telefono le prime parole sono legate alla situazione Covid, lui che è bergamasco di Trescore Balneario. “Qui a Bergamo la situazione rispetto a quanto accaduto nel corso della prima ondata, è più tranquilla. È tutto sotto controllo anche se il livello di attenzione rimane alto. Diciamo che in Lombardia le maggiori preoccupazioni sono a Milano e nella Brianza. Invece ho visto che da voi la situazione comincia a essere critica… Forza ragazzi, se ne verrà fuori!”.
Con Mutti, ovviamente, si è parlato di calcio. E del Cosenza. Ma anche una panoramica sulla Serie B che lui segue da opinionista per la Rai. Si è cominciato proprio dai rossoblù. “Una squadra ben strutturata, ricalca in linea di massima quella di fine campionato scorso. La mancanza di un attaccante come Rivière sta un po’ pesando nella fase realizzativa. Chiaramente quello offensivo è un aspetto sul quale bisognerà migliorare. Ho visto che la squadra – ha sottolineato l’ex allenatore del Cosenza – ha una buona organizzazione difensiva e in mezzo al campo è messa bene. Complessivamente è una squadra che sta “dentro” il campionato. A distanza, noto un po’ di difficoltà nel fare crescere qualche ragazzo. Che sinceramente conosco poco. Con Baez e Carretta, che seguo da un po’, si va sul sicuro ma ripeto c’è da lavorare soprattutto nella fase offensiva”.