Il tecnico toscano si è concesso ad una lunga intervista ai microfoni del Guerin Sportivo: “Il mio destino è quello di essere un guastafeste con un caratteraccio. Ma il copione mi piace proprio tanto”
Lo ripete sempre Piero Braglia, anche ai microfoni del Guerin Sportivo: l’obiettivo del Cosenza deve essere quello di “salvarsi, divertirsi e rompere le scatole a tutti”. Numeri alla mano, la compagine rossoblu non ha centrato il treno play-off per una manciata di punti. Rimane, dunque, il rimpianto della gara persa a tavolino contro l’Hellas Verona: “Io dico che l’abbiamo gestita male tutti. Ci avevano garantito che ci avrebbero fatto giocare, poi ci siamo ritrovati con calciatori che alzavano le zolle e l’arbitro che non se l’è sentita di farci restare in campo. Tutti colpevoli. Peccato sarebbe potuta finire diversamente. Ma ora bisogna guardare avanti”.
Sguardo al prossimo campionato cadetto, il mister toscano si sbilancia subito: “L’Empoli è favorito per la promozione, perché ha La Gumina, Mancuso, Stulac. E una società forte. Il paracadute con tutti quei milioni al Chievo può fare la differenza. Bisognerebbe essere più equi”. Poi, un pensiero su due talenti avuti nell’ultimo biennio in riva al Crati: “Tutino in A può starci tranquillamente, certo non nel Napoli dove troverebbe poco spazio con tutti quei campioni. Ma in una neopromossa come il Verona sì. Scommetterei su Palmiero, senza dubbi. Peccato che non sia tornato a Cosenza. E’ un calciatore che arriverà in alto perché è cresciuto tantissimo ed ha qualità tecniche e intelligenza”.
Tanti giovani allenatori sono pronti al debutto in Serie B, Braglia ne menziona due su tutti: “Mi incuriosiscono Italiano dello Spezia e Dionisi del Venezia. Mi piace come interpretano il calcio e sono giovani. Ma con me niente sconti”. Infine, una promessa ai tifosi cosentini: “Farò di tutto per salvare la categoria, sarà difficile per tutti mettere sotto il Cosenza. Il mio destino è quello di essere un guastafeste con un caratteraccio. Ma il copione mi piace proprio tanto”.
