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Ex Cosenza, la ricetta di Sannino: “Blocco retrocessioni e riforma in Serie C”

L’allenatore che ha guidato i rossoblu nella stagione 2004-2005 in Serie D dice la sua sull’emergenza legata al Coronavirus, dopo la recente parentesi all’Honved. “I due gironi di B, l’Inghilterra: io la penso così…”

Lo scorso 30 aprile Giuseppe Sannino ha compiuto 63 anni. Napoletano di Ottaviano, dopo tanta gavetta è arrivato a essere uno degli allenatori emergenti del calcio italiano. È passato da Cosenza nella stagione 2004-2005, con due squadre in Serie D. Ma ne parliamo a parte di questa parentesi. Dicevamo di Beppe, così lo chiamano gli amici. Nella stagione 2010-2011 vince la Panchina d’argento, prestigioso riconoscimento riservato al migliore allenatore del campionato di Serie B. Quell’anno portò il Varese al quarto posto, a un soffio dalla Serie A considerato che perse i playoff in semifinale con il Padova. A Varese in due stagioni aveva fatto il doppio salto dall’ex Seconda divisione fino alla B (trionfò anche nella Panchina d’oro, riconoscimento per il miglior allenatore di Prima divisione 2009-2010).

La Serie A poi Beppe Sannino se l’è presa con merito al Siena, al Palermo, al Chievo e al Carpi. Quindi un bel girovagare tra Inghliterra, Grecia e per ultimo Ungheria. Ha guidato l’Honved fino a quando è esplosa l’emergenza Coronavirus. Un ottimo inizio di stagione: in Europa League aveva superato il primo turno con i lituani del Zalgiris mentre i calci di rigore gli sono costati l’eliminazione dopo il doppio 0-0 con i rumeni dell’Universitatea Craiova. Lo scorso 20 marzo, con la squadra in semifinale di Coppa d’Ungheria, ha deciso di interrompere il rapporto e tornare in Italia. “La salute prima di tutto. Era un momento particolare, difficile da vivere lontano dalla famiglia. Non soltanto io, ma tutto lo staff”. Un po’ come ha fatto Bepi Pillon a Cosenza. “Vero, sì – dice Sannino – ho seguito sui giornali la vicenda”.

La quarantena italiana la sta vivendo a Forte dei Marmi, in Toscana. “Il business, gli introiti sono davanti a tutto. Ritengo non sia semplice riprendere il campionato, la vedo un po’ complicata. Meglio fermarsi come hanno fatto in Francia. Secondo me – sottolinea Sannino – si poteva optare per il blocco delle retrocessioni e poi la stagione successiva raddoppiarle. Per un anno si faceva una Serie A con più squadre, stessa con in B. Ma soprattutto sarebbe stato il momento giusto per una riforma in Serie C”. Entra nel dettaglio l’ex allenatore del Cosenza. “Intanto si potrebbe ripartire con società pulite, a posto economicamente. Che paghino gli stipendi ogni mesi e non ogni tre mesi come avviene adesso per molti club. Ci sono calciatori in C che guadagnano pochissimo e se tu li paghi ogni tre mesi, sono costretti a farsi dei debiti”. A proposito di riforme, a Sannino stuzzica una idea. “I due gironi di Serie B sarebbero una cosa sulla quale ragionare seriamente. Ma che sia una Serie B come in Inghilterra: io l’ho fatta al Watford e posso dire che in Italia non tutti i club di Serie A possono contare sulla stessa organizzazione, sulle stesse strutture”.

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